Allarme mutui: ecco cosa accade adesso dopo il rialzo dei tassi di interesse a chi sta pagando alla banca la sua casa

Allarme mutui

Con l’ultimo aumento dei tassi da parte della BCE è scattato l’allarme mutui, anche perché altri rialzi potrebbero arrivare a breve. Come l’aumento dei tassi influisce sui mutui e quali sono le pesanti conseguenze per chi ha già un mutuo e per chi deve accenderlo?

L’aumento dei tassi di interesse deciso dalla Banca Centrale Europea (BCE) ha un impatto diretto sui mutui, sia a tasso fisso che a tasso variabile. Di fatto, dopo l’ultimo intervento, in Italia è scattato l’allarme mutui: ecco cosa accade ora a chi ha un finanziamento ipotecario e per chi deve accenderlo. Ma prima scopriamo qual è il legame tra i tassi della BCE e i mutui. Quali sono le conseguenze per chi ha già un mutuo o per chi deve accenderlo?

Come l’aumento dei tassi della BCE influisce sui mutui

I tassi di interesse della Banca Centrale Europea determinano il costo del denaro che le banche si prestano tra loro e che poi prestano ai clienti. Quando la BCE alza i tassi, il denaro diventa più caro e le banche lo riflettono sui finanziamenti che erogano, compresi i mutui. I mutui a tasso variabile sono quelli che subiscono maggiormente l’effetto dell’aumento dei tassi della BCE. Questi sono indicizzati all’Euribor, un parametro che segue l’andamento dei tassi della BCE. Quindi, quando l’Euribor sale, anche la rata del mutuo variabile sale.

I mutui a tasso fisso sono invece legati all’Eurirs, un parametro che dipende dalle aspettative future sull’inflazione e sui tassi di interesse. L’Eurirs tende ad anticipare i movimenti della BCE e quindi a salire prima che la BCE alzi i tassi. Anche l’Eurirs subisce l’influenza dell’aumento dei tassi della BCE, e quindi anche i mutui a tasso fisso.

Allarme mutui: ecco cosa accade a chi sta pagando un finanziamento o lo deve accendere

Chi ha già un mutuo a tasso variabile sta subendo un aumento delle rate a causa dell’aumento dei tassi della BCE. Con l’ultimo aumento di maggio la rata crescerà ancora. Il portale Idealista ha fatto un calcolo di incremento della rata su un finanziamento trentennale di 200.000 euro, legato all’Euribor e con spread 1,5%. Per mutui erogati un anno fa, la rata è passata da circa 650 euro agli attuali 1.050 euro mensili. Per un mutuo erogato 3 anni fa la rata è passata da 662 euro a 1.033 euro. E per uno acceso 5 anni fa la rata mensile è passata da circa 660 euro a poco più di 1.000 euro mensili. Questo finanziamento, se acceso oggi, costerebbe il 60% in più rispetto a 1 anno fa.

Ovviamente chi ha un mutuo a tasso fisso non ha subito alcun effetto dall’aumento dei tassi della BCE. Infatti, caratteristica peculiare di questo prodotto è il tasso che rimane invariato per tutta la durata del contratto. Tuttavia, chi oggi volesse surrogare il suo mutuo a tasso fisso con uno più conveniente, troverebbe offerte meno vantaggiose rispetto a un anno fa.

Quali conseguenze per chi deve accendere un mutuo

Chi deve accendere un nuovo mutuo oggi si trova di fronte a una scelta difficile tra il tasso fisso e il variabile. Il tasso fisso offre maggiore sicurezza e stabilità nel tempo, ma ha anche un costo iniziale più alto. Il tasso variabile offre invece una rata iniziale più bassa, ma comporta anche il rischio di vederla aumentare nel tempo.

Secondo le previsioni degli esperti, i tassi dei mutui si stabilizzeranno non prima del 2024 intorno al 3%. L’inflazione è prevista al 5,5% nel 2023 e al 2,3% nel 2024. Quindi, se si riesce a spuntare un tasso fisso inferiore di 50-100 punti base rispetto al variabile, potrebbe valere la pena optare per questa soluzione.

Tra le varie soluzioni c’è anche quella del mutuo con Cap, che mette un freno ai rialzi dei tassi ma permette di sfruttare i cali. E se la rata diventa insostenibile è sempre possibile scegliere la soluzione di allungare la durata del finanziamento per tamponare l’urgenza.

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