Via i crediti sulla casa, il rischio è il default. Su BTP e titoli di Stato si prepara una tempesta

Via i crediti sulla casa

Lo spettro del default si aggira tra le stanze del Governo e del MEF. Questa preoccupazione ha portato il Premier Meloni e il Ministro dell’Economia Giorgetti a cancellare la cessione dei crediti dei Bonus casa.

Si è presa la decisione in modo precipitoso a causa del rischio concreto che i crediti possano mandare fuori controllo i conti pubblici. Il direttore delle statistiche della finanza pubblica di Eurostat ha infatti rilasciato alcune preoccupanti dichiarazioni in una recente audizione in Commissione Finanza del Senato. Questa audizione ha generato un immediato allarme nel Governo. Quali sono le ragioni dietro questo allarme e cosa significa per i risparmiatori?

Via i crediti sulla casa: impatto sul deficit e sul mercato finanziario

Il direttore delle statistiche sulla finanza pubblica di Eurostat ha affermato che i crediti dei Bonus casa impattano sul deficit e non sul debito. ISTAT comunicherà il 1° marzo l’effetto dei crediti d’imposta sul bilancio pubblico nel 2021 e 2022 e il loro costo per il 2023. Per evitare una possibile esplosione del deficit per quest’anno è stato necessario bloccare immediatamente il meccanismo di cessione del credito.

Il ministro Giorgetti ha giudicato questa mossa obbligata per evitare tagli drastici alla spesa sociale. Tuttavia, il problema è che molti dei danni sono già stati fatti, poiché i conti pubblici del 2021 e 2022 saranno rivisti al rialzo. Questo avrà conseguenze immediate sul mercato finanziario e sui titoli di Stato.

Rialzo del disavanzo pubblico e aumento dei tassi: rischio per il mercato finanziario

Il disavanzo pubblico è destinato a salire, in aggiunta ai costi crescenti dovuti all’aumento dei tassi in Europa. La BCE potrebbe aumentare il costo del denaro di mezzo punto a marzo, con ulteriori aumenti in futuro. Questi aumenti gravano sulle casse dello Stato, poiché il pagamento di interessi sui titoli di Stato aumenta. Un aumento stabile dell’1% comporta una spesa aggiuntiva di 20 miliardi di euro per interessi nel triennio successivo. Perciò esiste il concreto rischio che i conti pubblici vadano fuori controllo.

Tutti gli occhi sono ora puntati sullo spread, poiché un aumento potrebbe causare una crisi simile a quella del 2011. Ma oggi la BCE non ha Mario Draghi alla guida come allora. Inoltre, la BCE potrebbe non intervenire nell’acquisto di titoli di Stato italiani se questi venissero venduti in grandi quantità sul mercato. Questa ulteriore variabile potrebbe scatenare il panico sui mercati e mettere a rischio i nostri conti, come accaduto alla Grecia circa 10 anni fa. Ecco perché sono stati messi via i crediti sulla casa.

Cosa fare con BTP e titoli di Stato

Il default dei conti è un evento possibile ma non probabile. Chi ha titoli di Stato in portafoglio deve mantenere la calma e cercare di portare le obbligazioni fino alla scadenza. In questo modo eviterà perdite in conto capitale. Per chi deve investire adesso, meglio puntare su titoli a 3-6 mesi, come i BOT, oppure sui conti di deposito, sempre a 3 o 6 mesi. In alternativa si può puntare su obbligazioni governative internazionali, di Paesi con rating massimo. Oppure su bond di enti sovranazionali.

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