Vaiolo delle scimmie e paziente zero a Roma ma al momento nessun allarme, quel che sappiamo dall’OMS 

febbre

Nemmeno il tempo di dire «basta» con il Covid 19 che già si ripresenta il lessico a noi noto del paziente zero. La sola espressione evoca brutti ricordi e fa temere possano ripetersi certi aneddoti indimenticabili che segnano in modo forte la storia moderna. Le fila di mezzi dell’Esercito Italiano a Bergamo con i feretri a bordo, interi reparti ospedalieri con pazienti Covid. Morti e ancora morti, panico e impossibilità per diverse settimane di comprendere la terapia che potesse aiutare i pazienti.

Il caso zero

Adesso spunta il vaiolo delle scimmie e paziente zero a Roma. Un quarantenne di rientro dalle Canarie che accusa sintomi simili a quelli influenzali (febbre, spossatezza, dolori osteoarticolari) e poi anomale reazioni cutanee. Si reca al Pronto Soccorso e poi da lì allo Spallanzani dove la diagnosi è chiara. Ma le condizioni di salute al momento, da quel che riferiscono fonti autorevoli, non destano preoccupazioni particolari.

Di cosa si tratta

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ci dice che il virus Monkeypox (o vaiolo delle scimmie) è «un’infezione causata da un virus della stessa famiglia del vaiolo ma che largamente si differenzia dal vaiolo stesso per la minore diffusività e gravità». Nasce in Africa tra roditori o primati (tarsi e scimmie ad esempio) e si può trasmettere all’uomo tramite «saliva o altri fluidi dell’animale». Si presenta con sintomi simili a quelli influenzali con l’aggiunta però di manifestazioni cutanee quali vescicole, pustole e piccole croste. L’OMS ci dice anche che le persone che risultano vaccinate contro il vaiolo (quindi quelle più anziane) godono di una relativa protezione contro la patologia. Infezione che comunque non si trasmette così facilmente.

Vaiolo delle scimmie e paziente zero a Roma ma al momento nessun allarme, quel che sappiamo dall’OMS

L’Ente di rilievo internazionale evidenzia che i casi che risultano al momento sono in Portogallo, Spagna, Regno Unito e Italia. «Finora maggiormente in giovani MSM (maschi che fanno sesso con maschi). […] Inoltre, l’Istituto Superiore di Sanità ha costituito una task force composta da esperti del settore ed ha contattato le reti sentinella dei centri per le infezioni sessualmente trasmesse. Il fine è monitorare continuamente la situazione nazionale». Non pare essere così grave tuttavia se possiamo evitarcela, è meglio.

Prevenzione

Per prevenire l’OMS suggerisce di evitare contatti diretti con persone con febbre e manifestazioni cutanee, com’è sempre opportuno. Inoltre «è opportuno valutare con attenzione, prima di ogni contatto personale stretto o contatto sessuale, la presenza di eventuali manifestazioni cutanee inusuali sulla cute del partner».

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