Superbonus cambia per l’ennesima volta, toglie il sonno a condomini e fasce deboli della popolazione

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Addio al 110% a partire dal 2023. Così come disposto dal Governo italiano, che è guidato dalla premier Giorgia Meloni, a partire dal prossimo anno il 110 per i condomini, infatti, scenderà al 90%. Una riduzione delle agevolazioni fiscali messa in atto per far rientrare nel Superbonus, anche nel 2023, le singole abitazioni.

L’Esecutivo di centrodestra, infatti, ha prorogato il Superbonus per le villette anche nel 2023. Ma a patto che si tratti di interventi di efficienza energetica sulle prime case. E che il reddito annuo non superi il livello dei 15.000 euro. Per quella che è una soglia che, fa altresì sapere il Governo italiano, può aumentare in base al meccanismo del quoziente familiare.

Superbonus cambia per l’ennesima volta. Ma con delle novità che sono molto importanti

Inoltre, sebbene a scattare nel 2023 sarà il decalage dal 110 al 90%, nel 2023 sarà ancora riconosciuto il 110% per alcuni interventi. Precisamente, per tutte le villette unifamiliari che, entro lo scorso 30 settembre, hanno completato almeno il 30% dei lavori. In questo caso, infatti, il Superbonus al 110% proseguirà fino e non oltre la data del 31 marzo del 2023.

Ma detto questo, il fatto che il Superbonus cambia per l’ennesima volta non è una buona cosa. Almeno secondo l’ANCE. L’associazione dei costruttori, infatti, ritiene che lo stop immediato al 110% sia penalizzante, in particolare, per i condomini delle periferie delle città italiane. Ed in generale per le fasce deboli della popolazione.

Sul 110% il Governo Meloni anticipa il decalage che è già previsto nel 2024 e nel 2025

Ricordiamo che quello disposto dal Governo Meloni sul Superbonus 110% è un anticipo del decalage che comunque ci sarà negli anni a seguire. Sempre al netto di eventuali modifiche legislative. Perché per il Superbonus si passerà dal 110% del 2022 al 90% del 2023. E poi un’altra discesa al 70% nel 2024 ed al 65% nel 2025.

Perché secondo l’ANCE il passaggio dal 110% al 90% è troppo brusco

Pur tuttavia, secondo l’ANCE il cambio delle regole sul Superbonus 110% è troppo brusco, nonostante sia condivisibile il fatto che lo Stato italiano sulla misura voglia contenere la spesa. E questo perché le fasce più deboli della popolazione ed i condomini delle periferie delle città sono quelli che sono partiti per ultimi.

In quanto hanno avuto bisogno di più tempo per trovare la copertura finanziaria integrale al fine di poter avviare sugli edifici i lavori di ristrutturazione e di efficientamento energetico. Ed il tutto senza dimenticare che ci sono di nuovo fibrillazioni tra gli intermediari finanziari riguardo alla chiusura dei rubinetti per l’acquisizione dei crediti fiscali.

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