Stop all’uso dei social network per i dipendenti

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I social network sono sempre più invasivi nella vita di tutti. Tanto da costringere alcune aziende a dare uno stop all’uso dei social network per i dipendenti per esprimere opinioni personali su questioni “delicate” di ordine pubblico, politica o argomenti fortemente dibattuti dall’opinione pubblica.

La BBC inglese limita l’uso dei social network

La prima televisione pubblica inglese è fra le prime ad aver imposto restrizioni riguardo l’uso dei social network ai suoi dipendenti.

Il nuovo direttore generale, con l’obiettivo di ridar integrità all’informazione divulgata, ha varato una guida per i social media. Le regole sono da rispettare indipendentemente dal fatto che si utilizzino piattaforme online per motivi personali o professionali.

I dipendenti non dovranno criticare la BBC o i colleghi in pubblico e dovranno stare anche attenti a evitare di esprimersi in maniera aperta tramite follow, like, retweet o altre forme di condivisione.

Nelle indicazioni fornite al personale si sconsiglia inoltre di utilizzare emoji, i faccini, che potrebbero rivelare un’opinione e minare un post altrimenti imparziale.

Perché la BBC è corsa ai ripari?

Queste regole nascono da un lavoro fatto da una commissione indipendente. Alla commissione era stato chiesto cosa avrebbe dovuto fare la BBC per tornare a essere e mostrarsi imparziale nei confronti del pubblico.  Fra le regole, inoltre, ci sono quelle che impongono di dichiarare all’azienda il lavoro svolto all’esterno.

La BBC ha agito in questo modo anche a seguito delle critiche che hanno riguardato diversi dipendenti della tv pubblica britannica. In particolare l’ex calciatore e ora presentatore di Match of the Day, Gary Lineker, che usa spesso il suo feed Twitter per commentare argomenti non calcistici ed è incorso nelle proteste dei telespettatori.

La BBC potrebbe essere solo la prima azienda a dare uno stop all’uso dei social network per i dipendenti.
è molto probabile che tante altre aziende (non solo media) andranno in questa direzione, soprattutto in una fase storica in cui le opinioni sono molto polarizzate su temi caldi come il coronavirus.

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