Sottovalutazione alto dividendo e pattern grafico eccezionale sono alla base del rialzo di queste azioni

banca ifis

Sono ben 12 le sedute consecutive che vedono la chiusura del titolo Banca IFIS superiore all’apertura. Un pattern grafico che non si vedeva sul titolo dal lontano 2016. Se nel medio/lungo periodo, quindi, la tendenza in corso su Banca IFIS è ribassista, nel breve possiamo considerarle tra quelle più promettenti.

Se a questo, poi, si aggiungono un’importante sottovalutazione alto dividendo e pattern grafico eccezionale, allora ecco spiegato l’exploit di un titolo che nelle ultime 20 sedute di Borsa aperta ha visto un rialzo di circa il 20%.

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La valutazione del titolo

Qualunque sia la metrica utilizzata, stando a quanto riportato sulla Banca IFIS risulta essere sempre sottovalutata. Ad esempio, il rapporto prezzo utili esprime una sottovalutazione di circa il 60%. Sottovalutazione che è confermata dal fair value calcolato con il metodo del discounted cash flow.

Secondo il prezzo obiettivo medio, infatti, le azioni Banca IFIS sono sottovalutate di oltre il 75%. Da notare che anche la dispersione tra le diverse raccomandazioni è pari a circa il 10%, un livello che esprime una buona convergenza di opinioni tra i diversi analisti.

Un altro aspetto molto interessante, poi, è quello legato al rendimento del dividendo del titolo. Allo stato attuale il rendimento atteso è visto sopra al 7%. Per i prossimi tre anni, invece, gli analisti prevedono un rendimento superiore al 9%.

Sottovalutazione alto dividendo e pattern grafico eccezionale sono alla base del rialzo di queste azioni

Il titolo Banca IFIS (MIL:IF) ha chiuso la seduta del 7 novembre in rialzo del 3,52% rispetto alla seduta precedente portandosi a 12,295 euro.

Con la chiusura del 7 novembre, caratterizzata da un rialzo di oltre il 3,5%, le quotazioni hanno rotto al rialzo la resistenza in area 12,79 euro (II obiettivo di prezzo). A questo punto potrebbe essere molto probabile il raggiungimento del III obiettivo di prezzo in area 13,70 euro (massima estensione rialzista).

Solo una chiusura giornaliera inferiore a 12,79 euro potrebbe mettere in crisi lo scenario rialzista, spingendo le quotazioni fino in area 11,88 euro.

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