Sono queste le sanzioni per il dipendente in caso di rifiuto di visita medica obbligatoria a lavoro

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Uno degli obblighi principali e più importanti del datore di lavoro, oltre a pagare lo stipendio, è quello di garantire la sicurezza dei dipendenti. Infatti, il codice civile, all’articolo 2087, fissa molto bene questo obbligo.
Il codice obbliga l’imprenditore ad adottare, nell’esercizio dell’impresa, tutte le misure necessarie a garantire la sicurezza dei suoi lavoratori. Deve farlo guardando alle particolarità del lavoro svolto, all’esperienza e alla tecnica. Deve tutelare sia l’integrità fisica, che la personalità dei propri dipendenti.

Per questo, ad esempio, il datore è responsabile sia per gli infortuni sul lavoro dei propri dipendenti, sia anche per condotte come il mobbing. Quando, cioè, il datore stesso o altri dipendenti sono colpevoli di atti persecutori contro un collega. Sarà sempre il datore di lavoro a risponderne.
Le sanzioni, per il datore che non garantisce la salute dei suoi collaboratori, sono molto severe. La legge prevede reclusione, multa e risarcimento del danno per l’imprenditore inadempiente.

I doveri del dipendente

Dunque, è vero che il datore ha gli obblighi di garantire la salute, fisica e mentale, dei propri dipendenti. Anche i dipendenti, però, devono collaborare con l’imprenditore che vuole tutelare e garantire la loro salute.
Lo ha spiegato la Cassazione con una recente ordinanza del giugno 2022. La Corte ha schiarito che sono queste le sanzioni per i lavoratori che non collaborano con l’imprenditore, che adotta le misure di sicurezza aziendali richieste dalla legge.

In particolare, il caso analizzato dalla Corte riguardava una dipendente che rifiutava di sottoporsi ad una visita medica obbligatoria. Il datore di lavoro, infatti, per esigenze organizzative, doveva modificare le mansioni di alcuni lavoratori della sua impresa.
Per farlo, però, doveva prima verificare la loro idoneità psicofisica al nuovo impiego. Dunque, l’imprenditore disponeva delle visite mediche obbligatorie per i dipendenti, che dovevano modificare le loro mansioni.

Sono queste le sanzioni per il dipendente in caso di rifiuto di visita medica obbligatoria a lavoro

La dipendente in questione, per ben 2 volte, non si presentava alle viste mediche, non accettando il cambio di mansioni. L’imprenditore, dopo il secondo rifiuto, la licenziava per giusta causa, essendo venuto meno il rapporto di fiducia che li legava. La dipendente ricorreva al giudice. Arrivata la questione in Cassazione, i giudici hanno risolto il problema in favore dell’imprenditore.

La Corte ha spiegato che la dipendente non poteva opporsi legittimamente alla visita medica. Infatti, questa era necessaria per tutelare la salute dei lavoratori come previsto espressamente dalla legge. Dunque, il doppio rifiuto legittimava pienamente l’imprenditore al licenziamento.
Se la dipendente avesse voluto opporsi all’assegnazione a nuove mansioni, avrebbe potuto farlo. Avrebbe dovuto, però, prima sottoporsi alla visita medica obbligatoria e poi opporsi alle nuove mansioni, secondo i canali legali.

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