Sono forse le mele più brutte, ma sono economiche e saporitissime, una specie tutta italiana da accumulare nel carrello

Una specie di mele tutta italiana da accumulare nel carrello-Foto da pixabay.com

Le mele sono un dono della natura dal design quasi perfetto. Sono facilmente riconoscibili, semplici da disegnare, e nascondono un significato peccaminoso almeno dai tempi del racconto sull’Eden. Sarà per questo che Steve Jobs ha utilizzato una mela per il suo marchio. E lo stesso fecero i Beatles, con la loro Apple Corps. Magritte, poi, ne ritrasse a centinaia, ed erano tutte voluminose, lucide, e dal colore verde o rosso intenso.

Ma nel mondo della natura l’apparenza non è tutto. Così capita che le mele meno belle per gli occhi costino anche decisamente meno. Poco male, perché basta saperlo per organizzarci di conseguenza. Quando le proporremo nel nostro dolce di mele o la gusteremo a fine pranzo, non ci faremo idee romantiche. Se per noi l’apparenza non è tutto, allora ameremo la varietà ruggine: sono forse le mele più brutte, ma sono economiche, succose e saporite, perfette per i dolci. Ma quanto costano?

Quanti aumenti per la frutta: si salvano loro

Ricorderemo l’autunno e l’inverno del 2023 per la rinnovata attenzione al carrello della spesa. Dopo l’epoca delle manovre di bilancio generose per recuperare i deficit del Covid, i consumatori italiani potrebbero a breve ritornare nella spirale del risparmio. L’inflazione si fa sentire, specie nei generi alimentari che acquistiamo tutti i giorni. E se sul singolo acquisto l’aumento appare poco considerevole, quando chiudiamo i conti a fine anno potremmo trovare un aumento di centinaia, se non migliaia di euro, sulla voce degli acquisti. Anche la frutta ha aumentato considerevolmente il proprio prezzo, con rincari annuali che talvolta hanno sfiorato il 10%. Questo ci da modo di conoscere alcuni piccoli segreti di ciò che mettiamo nel carrello. Un trucco è quello di saper massimizzare la resa con prodotti forse meno appariscenti, ma davvero notevoli.

La mela ruggine è una tipologia eterogenea diffusa in varie Regioni italiane; il nome accomuna molte sottovarietà, che hanno in comune il sapore dolce ed estremamente succoso. La mela ruggine viene raccolta in ottobre: questo è dunque il momento migliore per sceglierla nei banconi dei nostri mercati. È tipicamente invernale, perfetta sia per i dolci che per assaporarla a spicchi.

Sono forse le mele più brutte, ma sono economiche succose e saporite, perfette per i dolci. Ma quanto costano?

Il prezzo è quasi la metà rispetto ad una tipologia esteticamente più gradevole ed appariscente, come la celebre (anch’essa buonissima) Annurca (in offerta a 1,99€/kg), e considerevolmente inferiore rispetto alle Granny Smith (in offerta a 1,69€/kg). Come confermano i volantini con le promozioni della grande distribuzione, la mela ruggine si può trovare già a 1,19 € al chilo.

All’interno della varietà ruggine esistono specie ancora più prelibate e ricercate, come la mela Rugiada. Autoctona dell’alta valle umbra e toscana, è stata recentemente riscoperta e valorizzata. Ancora più succosa, è totalmente ricoperta da un manto marrone e giallognolo; molto soda e succosa, di certo non risplende rispetto a mele più appariscenti, lucide e voluminose. Eppure, alla prova del sapore rispondono in maniera deliziosa.

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