Sempre meno credibili gli USA, sempre più bene rifugio il Bitcoin: gli investimenti si spostano verso lidi inimmaginabili fino a qualche anno fa

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Commento settimanale del vecchio Grim: What I buy / What I don’t buy nel caos e nella rivoluzione dei Mercati.

What I buy:

una tendenziale svalutazione dello usd” per quanto il positioning di breve sia avverso; un tendenziale steepening della curva usa; un sistema di “checks and balances” di politica Usa che ” nonostante Trump” sembra tenere o quasi; no recession in usa; equity mkt da headlines Usa per un po’ ” tra su e giù ” da trading range ” equity europa e cina in sovrappeso; Tatticamente” neutral ” tra Demark in red light per equity Usa ed Europe” mitigato da positioning da smart money Usa ancora corto mercato ; Trading range per tassi” parimenti; Fed in wait and see mode per incertezza dazi” incertezza ” beautiful bill”/ debt cealing ” con dicotomia hard data / soft data che corrobora l’ incertezza; da settembre/ ottobre tassi Fed in discesa che tenderanno al livello di neutralità; broad stockpicking ” con Ai related stock structural theme for longer; Asian central banks in buy mood of gold for longer; bitcoin as a digital store of value” with selected altcoins” che si contano sulle dita delle 2 mani” in apprezzamento following tech / tokenization development” non dimenticando l’eccessiva volatilità;

La lista potrebbe continuare….

What I don’t buy:

The end of exceptionalism Usa; Bond vigilantes che richiedono strutturalmente tassi d’ interesse Usa sempre più alti ” o ancora peggio un crack down previsto da Dimon; ciò nonostante la ” pezza” di una probabile modifica SRL e/o genius act ” pro acquisto treasury; Fuga dallo usd; structural stagflation in Usa ” se non di qualche mese ( forse) ; doge/introito da tariffe / deregulation ” problem solver dell’ alto debito pubblico usa; de globalizzazione indotta dal Trumpismo esasperato ; politics and geopolitics supplenti delle tradizionali forze di mercato ovunque; dazi fine del mondo “globalizzato” inclusi quelli possibili sui capitali che evidenziavo la volta scorsa. Secondo Panetta potrebbero incidere negativamente per 1% del pil mondiale in 2 anni: tant’ è ; la differenza tra main street e wall street sarebbe abissale” take care of the first” forget the second: con 80 tr di patrimonio di baby
boomers Usa che campano al momento di laute cedole da bonds e di borsa che sale ” spina dorsale dei consumi Usa ( 70% gdp) ? Senza di loro main street starebbe meglio? Come on!

What I do really buy and I don’t è sintetizzato in questa doppia intervista a Jensen ( Nvidia) di Cramer e di quella del simpatico Prof Geremy ” sempre sul pezzo per far quattrini ” un’ eccezione alla regola ” when you cant make it teach it”.

In sintesi” le 3 condizioni sine qua non per la creazione di ricchezza ” che valevano 40 anni ” quando ho cominciato questo strano mestiere” e che valgono tuttora da me tante volte richiamate : innovazione tecnologica” demografia e globalizzazione. Segue poi la distribuzione della ricchezza prodotta” autentico disastro sociale dei nostri tempi” su cui non mi soffermo.

Jensens in questa sua doppia intervista si sofferma su innovazione e globalizzazione e viene quasi paragonato figurativamente da Cramer a una sorta di Ceo del mondo con la sua rivoluzione Ai. Jensen che pur definendo ” terrific” il Tycoon” – probabile ossequio
di facciata da quieto vivere – citando i cinesi fa chiaramente intendere che una chiusura totale verso la Cina è solo controproducente: globalizzazione “issue politico” sarebbe un must per Jensen. Col 50% dei centri di ricerca Ai in Cina” questi potrebbero a breve insidiare anche l’alto di gamma Ai di Jensen. Se lasciati a parte i Cinesi saprebbero che facciamo e noi poco di
loro” secondo Jensens” col rischio tra qualche anno che quando Egli va in Arabia oppure in Europa (arriverà a breve) ” potrebbe trovarsi a competere col catalogo Ai dei Cinesi” forse più avanzato tecnologicamente del suo ” deepseek docet. Morale di Jensen” a mie parole non sue” per ossequio di facciata : caro Tycoon ” c’è poco da fare il furbo con i cinesi” ci tallonano già in innovazione tecnologica con o senza dazi.

E’ chiaro che Cina o non Cina” Trump o non Trump” Jensen evidenzia che 1 tr all’ anno di spesa Ai fino a fine decade” di cui la maggior parte per supercomputer Ai” sono la garanzia che resterà il grandfather longevo Ai per qualche anno ancora; a 25 volte di p/e con tassi di crescita da domanda esplosiva ” regional/ è settori tra i piu’ svariati ” non saremmo affatto al picco degli utili.

Ascoltando a seguire l’intervista di Jeremy” Jensen oltre ad essere idealmente Ceo del mondo è anche quello che con la crescita della produttività Ai” ovvero bassa inflazione e crescita into 2026 al 3% del gdp ” riuscirà a stabilizzare quel rapporto debito / pil che molti vogliono immaginare col tempo fuori controllo; altro che Doge” già annacquato ovunque.

Musk lo ha capito e” sia pur con quel patetico friendly commiato di facciata con Trump” ha ben pensato che la Tesla è Lui stesso” il Doge è una mezza finzione numeri alla mano” meglio dedicarsi anima e corpo al robotaxi / autoautonoma/ umanoidi” perché’ dopo la sonora sconfitta verso l’ev car cinese ( byd) più competitiva di tesla” per diventare il più ricco del mondo ha impiegato parecchio tempo per precipitare giù ne basta molto meno.

Jensen ” con qualche nota tra utile e dilettevole del mio solito ” orticello” italico ” in tour in Europa a breve ” oltre a propinarci il suo catalogo Ai ” se passasse per Roma dalla Meloni – non ne sono certo- oltre a gustare qualche cibo succulento che con tutto il rispetto per il suo ” finger food” o pancake non ha eguali ” qualche branch Ai Nvidia in Italia potrebbe anche aprirla ” dato che siamo pur sempre la patria di Leonardo e che i nostri ragazzi ingegneri non hanno nulla in meno come skills di quelli di Stanford da cui proviene e che paga almeno il quadruplo.

Per finire” sulla base di quanto asserito da Jeremy” a proposito di crescita della produttività ai per i financial usa” se questo si verificasse per le banche italiane” non è che il cost income ratio con un po’ di tempo tenderebbe al 25% di fineco? Too much? Forse. Ragionateci su” gradualmente i pensionandi sarebbero sostituiti dall’Ai del grandfather Jensen. Intanto una sufficiente rete di protezione valutativa” agli attuali livelli di prezzo” a meno di sensibile deterioramento del quadro macro” i bancari italiani la evidenziano.

Per esempio” Intesa a 1.5 p/ te con un rote del 17 %” cost of equity del 7%” in regressione lineare potrebbe anche quotare poco più di 2 volte il t.e. ” senza contare un dividend yield + buy back del 10% sostenibile. Da vecchio arnese del mestiere” deterrei per ogni azione del nonno AI Nvidia con la sua domanda esplosiva” 1 azione intesa e 1 azione di danieli ” il mio stock for ever .

Danieli che negli ultimi 4 giorni ha vinto 4 commesse medio grandi: emirati” uzbekistan” india” giappone” una festa a multipli borsistici che in Usa sarebbero almeno il doppio.
Bwe

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