Recuperare evasione fiscale dalle discoteche: ecco i conti alla mano!

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I Social e gli organi di stampa sono scatenati. Le dichiarazioni dei gestori delle discoteche hanno avuto grande risalto sui media e generato polemiche. Molti chiedono di recuperare evasione fiscale dalle discoteche: ecco i conti alla mano per comprendere la questione. Andiamo con ordine e vediamo cosa è accaduto. Domenica 16 agosto un’ordinanza del Ministero della salute aveva decretato la chiusura delle discoteche. Troppo difficile, infatti, garantire il distanziamento e troppo elevato il rischio contagi in aree chiuse ed affollate. Il giorno successivo l’associazione dei gestori dei locali aveva presentato ricorso urgente al TAR. Il tribunale amministrativo ha respinto la sospensione cautelare del provvedimento e fissato la successiva udienza di merito. Secondo i giudici, l’interesse pubblico di tutela della salute è prevalente rispetto alle esigenze degli imprenditori del settore. Immediata la replica dei gestori delle discoteche che lamentano 4 miliardi di perdite per il settore e chiedono aiuti pubblici.


Polemiche feroci, ma dati sbagliati?

I 4 miliardi di perdite dichiarati dai gestori sono stati la miccia che ha innescato le polemiche. Il ragionamento più comune ha messo in relazione l’ipotetico fatturato di 4 miliardi e l’utile dichiarato di 16 milioni. Quindi, una marginalità talmente bassa da disincentivare qualsiasi investimento nel settore? Oppure un’evasione fiscale di 3 miliardi e 984 milioni di euro?  La redazione di ProiezionidiBorsa vuole comprendere come eventualmente recuperare evasione fiscale dalle discoteche: ecco i conti alla mano che dipingono una situazione diversa. I dati non sono di immediata e semplice analisi. Già la definizione di discoteca è molto variabile. I codici ATECO cui fa riferimento il calcolo degli utili sono molto più restrittivi della descrizione del Ministero della salute. I dati risultano quindi falsati alla base. Anche il reddito d’impresa preso in esame è poco aggiornato. Approssimazione dopo approssimazione, le conclusioni rischiano di diventare fuorvianti.

Recuperare evasione fiscale dalle discoteche: ecco i conti alla mano!

Il giudizio dei social è stato immediato: un’impresa non può rendere 18.000 euro all’anno. I gestori sono evasori e adesso hanno l’ardire di chiedere un aiuto allo Stato. Altri, calcolando addirittura un utile d’impresa di 4.600 euro sono stati ancor meno ragionevoli. La realtà, però, è ben diversa. Innanzitutto, l’utile di una società è il risultato di una lunga serie di sottrazioni. Pagamento di fornitori, stipendi, oneri vari e retribuzioni dei soci sono già detratti dal fatturato. E con essi le relative tasse. I 4 miliardi di mancato fatturato poi, si riferiscono ad una platea ben più ampia rispetto agli studi di settore presi a riferimento.
L’approssimazione nei calcoli mina quanto di razionale può essere ricondotto alle polemiche. Troppo spesso infatti, nel nostro Paese assistiamo all’evasione di imposte. E in alcuni casi al danno erariale si aggiunge la beffa di dover sostenere gli evasori con finanze pubbliche.

L’importanza di verificare i dati

Certamente la crisi da coronavirus sta mettendo in evidenza alcune incongruenze tra redditi e perdite dichiarate. Questo periodo di grande difficoltà potrebbe costituire un’opportunità per l’Erario di semplificare la fiscalità. Ed al contempo di garantire controlli più serrati contro l’evasione. Una seria presa di responsabilità da parte di tutti potrebbe costituire una vera immunità di massa contro l’economia sommersa. E’ però importante non generalizzare e cercare un capro espiatorio in ogni impresa. In un recente articolo avevamo informato sulle conseguenze anche pensali dell’evasione fiscale.

Certamente è possibile recuperare evasione fiscale dalle discoteche: ecco i conti alla mano che lo dimostrano. Come dimostrano che non è questo il solo settore a rischio evasione. Oltre al fatto che il contrasto all’evasione va gestito con una seria politica fiscale e non con processi sommari sui social.

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