Carcere per chi non paga le tasse: le decisioni del Governo

Tasse da pagare

In questo articolo intendiamo approfondire i rischi che corre chi evade il Fisco. L’attuale orientamento del Governo prevede un forte inasprimento dei controlli e delle sanzioni per gli evasori. Un modo per aumentare le entrate fiscali e per rendere giustizia ai contribuenti onesti. Ma, cosa rischia chi dimentica di onorare un debito con l’Erario? E’ previsto il carcere per chi non paga le tasse? E chi non è in grado di saldare le proprie pendenze con l’Agenzia delle Entrate? Non sempre, infatti, un contribuente evade il Fisco per deliberata volontà. Vediamo insieme quindi quali sono i rischi che si corrono e come districarsi nel complesso meccanismo fiscale italiano. Prima però, ti consigliamo di leggere le proposte dell’Agenzia delle Entrate per semplificare e automatizzare il pagamento delle imposte da parte dei piccoli imprenditori.

Carcere per chi non paga le tasse: le decisioni del Governo

Dobbiamo premettere che il rischio di finire in carcere a causa di tasse non pagate esiste da vent’anni. Con il Decreto Legislativo n. 74/2000 il Governo Amato istituì le attuali conseguenze per gli evasori. Compreso il carcere. Fino ad oggi, però, l’ipotesi di incorrere in un reato fiscale penale è stata piuttosto remota. Il progressivo inasprimento della lotta all’evasione rende questo rischio sempre più concreto. Oggi la sottoscrizione degli accordi relativi al Recovery Fund impone necessariamente un piano sui flussi erariali certi per il futuro. Nonché di utilizzare il pugno duro con gli evasori. Ricordiamo che l’articolo 641 del Codice Penale punisce con la reclusione anche chi contrae un debito col proposito di non restituirlo. Facciamo quindi chiarezza sui rischi che corrono i debitori inadempienti e soprattutto sul carcere per chi non paga le tasse.

Le soglie di punibilità

Ma in quali casi è previsto il carcere per chi non paga le tasse? La Legge di Bilancio 2020 prevede un abbassamento delle soglie di punibilità. Da quest’anno lo Stato potrà applicare le sanzioni penali previste dal Decreto citato a partire dai 50mila euro di evasione. Si tratta certamente di importi rilevanti ma molto meno di quanto non fosse previsto fino allo scorso anno. Una chiara indicazione della volontà del Governo di combattere l’evasione fiscale. L’introduzione del prelievo forzoso sul conto corrente per le cartelle esattoriali superiori ai 100 euro non significa rischi penali. Il contribuente onesto che abbia dimenticato una pendenza non rischia certo il carcere, al massimo troverà un addebito sul proprio conto. Insomma, la legge prevede il carcere per chi non paga le tasse, ma a determinate condizioni. Per i grandi evasori, invece, il rischio di rispondere penalmente delle proprie azioni diventa ogni giorno più reale.

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