Quanto dura la Legge 104? La risposta degli esperti

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Il team di Proiezionidiborsa risponde ai lettori che chiedono quanto dura la Legge 104 e se si possa chiedere il rinnovo all’INPS. Le domande sulla normativa della Legge 104/92 giungono in Redazione dai dipendenti tanto pubblici quanto privati. Ciò perché entrambe le categorie dei lavoratori hanno diritto a chiedere congedi lavorativi con il riconoscimento di regolare retribuzione. È proprio il Decreto legislativo n. 151/2001 che, nello specifico con l’articolo 42, disciplina la normativa relativa al cosiddetto congedo straordinario retribuito.

Nel recente articolo “Come non pagare il canone Rai con la Legge 104” la nostra Redazione ha fornito indicazioni per fruire di una specifica agevolazione. Sono diverse e spesso poco note le misure assistenziali e i benefici che l’INPS assicura ai contribuenti che godono del beneficio della Legge 104/92. Chi ne può godere ovviamente si chiede quanto dura la Legge 104 e se abbia una naturale scadenza. E, in caso affermativo, se sia possibile inoltrare all’Ente previdenziale la richiesta di un rinnovo. Ciò perché si presume che il familiare cui si prestano cure e assistenza vada incontro ad un aggravamento della patologia invalidante più che al recupero del benessere. Chi ha diritto ad assentarsi dal lavoro senza per questo patire tagli sulla retribuzione mensile ovviamente spera di poter fruire dei permessi più a lungo possibile.

Quanto dura la Legge 104?

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L’INPS riconosce il diritto a 2 anni di congedo straordinario retribuito. Tuttavia il godimento dei permessi retribuiti non spetta ai contribuenti che hanno un impiego part-time verticale con periodi in cui non percepiscono stipendio. Hanno diritto a 2 anni di assenza dal lavoro unicamente i parenti e i familiari di soggetti che l’INPS riconosce come disabili gravi secondo il dettato dell’articolo 3 della Legge 104.

I 2 anni di congedo cui si ha diritto si possono richiedere anche in modo frazionato. Si può quindi richiedere la singola giornata di permesso dal lavoro e poi cumularla con quelle successive o precedenti. Inoltre non rientrano nel computo dei 2 anni i giorni di ferie, di malattia, i sabati e le festività.

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