Quando si perde la pensione di reversibilità?

pensione reversibilità

Non a tutti spetta percepire la pensione di reversibilità e vi sono anche circostanze a seguito delle quali si perde il diritto all’assegno. Alcuni familiari del defunto possono avanzare richiesta all’Inps e ottenere una quota della pensione maturata prima della data del decesso. Nel precedente articolo ci siamo chiesti “A quanto ammonta la pensione di reversibilità 2020?” , adesso valutiamo le circostanze che ne determinano la decadenza.

Il trattamento previdenziale che l’Inps assicura ai superstiti del pensionato decade in alcune specifiche circostanze. Il contribuente che intende continuare a godere del rateo mensile è tenuto a sapere quando si perde la pensione di reversibilità. Prestando attenzione ad alcune dinamiche e adottando alcune strategie potrà così conservare il beneficio economico che mensilmente deriva dall’assegno pensionistico.

Il diritto alla pensione di reversibilità decade nel momento in cui il coniuge superstite decidesse di convolare a nuove nozze. Contrarre un secondo matrimonio comporta difatti l’immediata decadenza del diritto alla prestazione previdenziale. Diverso il caso in cui il coniuge superstite decida di convivere con il nuovo partner perché ciò non lo priverebbe del diritto all’assegno. La convivenza difatti non rappresenta motivo ostacolante alla percezione del beneficio economico.

Quando si perde la pensione di reversibilità?

Altra ragione di decadenza della prestazione economica dei superstiti è legata alla presenza di figli di età superiore ai 18 anni. Oltre all’età anagrafica pesa sulla perdita del trattamento pensionistico l’eventuale interruzione degli studi dei figli che quindi non risultano più studenti. Persino la presenza all’interno del nucleo familiare di figli impegnati in un tirocinio formativo causano la perdita del rateo.

Il coniuge superstite non può più percepire la pensione di reversibilità anche in presenza di figli ormai maggiorenni e di una specifica condizione. Essa implica che il figlio abbia un’occupazione lavorativa che gli consenta di provvedere al proprio sostentamento. In altri termini, allorquando i figli acquisiscono e raggiungono la piena autonomia economica vien meno per il percettore il diritto al rateo pensionistico.

L’ultima circostanza che decreta la sospensione definitiva del beneficio previdenziale è legata all’eventuale presenza di fratelli e sorelle. Decade il diritto nel momento in cui questi ultimi cominciano a percepire essi stessi l’assegno previdenziale perché ormai giunti all’età pensionabile.

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