Quando si perde il reddito di cittadinanza o si riduce l’importo della ricarica

reddito di cittadinanza

Per i nuclei familiari che si trovino momentaneamente in difficoltà, il legislatore ha previsto il reddito di cittadinanza (RdC). Una misura di sostegno nata nella primavera del 2019 con un duplice fine. Da un lato aiutare economicamente i cittadini in stato di bisogno, dall’altro sostenerli nel loro processo di reintegro lavorativo e sociale.

La disciplina della misura prevede una serie di obblighi e comunicazioni verso l’INPS a carico degli aventi diritto. Nella gran parte dei casi si tratta di dati riguardanti la condizione familiare, economico-patrimoniale e lavorativa. Le novità possono riguardare uno o più componenti del nucleo familiare, dato che il reddito è una misura alla famiglia, non al singolo. Ovviamente nel caso di famiglia con un solo componente i concetti di singolo e famiglia arrivano a sovrapporsi.

Alla luce di ciò, vediamo quando si perde il reddito di cittadinanza o si riduce l’entità della ricarica mensile.

I casi in cui si decade dal beneficio

Nel legiferare sulla materia del RdC, il legislatore ha definito le fattispecie che potrebbero portare alla perdita o riduzione dell’importo riconosciuto. In particolare si prevede la decadenza dalla misura quando uno dei membri del nucleo familiare:

  • non sottoscrive il Patto per il lavoro e/o il Patto per l’inclusione sociale;
  • non comunica le variazioni riguardo il suo stato occupazionale. Oppure produce delle false comunicazioni al fine di aumentare l’importo della ricarica;
  • non inoltra un’aggiornata Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) in presenza di intervenute variazioni del nucleo familiare;
  • non sottoscrive la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro;
  • non prende parte ai progetti di pubblica utilità laddove istituiti dal proprio Comune di residenza;
  • venga scovato a lavorare (alle dipendenze o in autonomia) senza averne data comunicazione all’INPS;
  • si rifiuti di prendere parte, salvo i casi di giustificato motivo, ai programmi di politica attiva;
  • non accetti almeno una delle 3 offerte di lavoro ritenute congrue che gli venissero proposte. Oppure non accetta la prima offerta occupazionale congrua nel caso di rinnovo della misura.

Quando si perde il reddito di cittadinanza o si riduce l’importo della ricarica

La disciplina del reddito prevede anche dei risvolti penali nei casi più gravi.

Chiunque produca atti o comunicazioni non vere o manchi di comunicare info dovute  è passibile di reclusione da 2 a 6 anni. La pena si dimezza (da 1 a 3 anni) nei casi di omissione ad INPS delle variazioni che incidono sul patrimonio o reddito del nucleo percettore. Lo stesso vale anche per le mancate comunicazioni che comportino una riduzione dell’importo del reddito o la sua revoca integrale.

In entrambi i casi la disciplina prevede anzitutto la decadenza dal sussidio con efficacia retroattiva. In più stabilisce la restituzione dei soldi percepiti indebitamente, ossia senza averne diritto.

Viceversa, la possibile interruzione della misura per motivi diversi dalle sanzioni non preclude la possibilità di richiederlo di nuovo. In tal caso il richiedente percepisce il reddito per un tempo pari al vecchio periodo residuo non goduto.

Tuttavia, in alcuni casi la successiva richiesta del RdC equivale a una prima richiesta. È il caso della sospensione del beneficio quale conseguenza del maggior reddito goduto a seguito di un’occupazione. Inoltre deve essere trascorso almeno un anno nella nuova condizione.

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