Pochi sanno che il cancro al colon retto potrebbe arrivare per la mancanza di questi batteri

tumore

Il cancro al colon retto è uno dei più diffusi e pericolosi tumori in circolazione. La neoplasia si presenta in seguito al moltiplicarsi di cellule nella parete interna dell’intestino. Si tratta di polipi benigni che diventano maligni con il passare degli anni.

Si possono scoprire attraverso esami strumentali come la colonscopia che è fondamentale per la prevenzione.

Il fatto che questa malattia sia asintomatica nei primi anni la rende molto insidiosa e gli screening periodici permettono una diagnosi precoce grazie a cui si può intervenire per tempo.

Microbioma intestinale

In pochi sanno che il cancro al colon retto è un problema che riguarda individui di ogni età. Le abitudini alimentari, il fumo e la vita sedentaria potrebbero essere cause scatenanti.

I cambiamenti che subisce la flora intestinale e il codice scritto nel nostro DNA sono indicati come elementi da tenere in considerazione. Il vero motivo per cui questo tipo di malattia può insorgere non è ancora certo.

Il microbioma è un ecosistema di batteri e altri microrganismi che vivono nell’organismo umano.

Fa riferimento non solo alla specie dei microrganismi ma anche al patrimonio genetico, alle attività e alle interazioni di questi batteri.

Lo studio dei microrganismi ha permesso di notare la presenza di alcuni di loro nelle feci di individui colpiti dalla patologia.

Lo studio è riuscito a determinare che la presenza di un particolare enzima potrebbe dare vita a una molecola spesso associata al rischio di contrarre la malattia.

E questo a prescindere dal tipo di popolazione, visto che gli stessi riscontri sono stati ottenuti da individui provenienti da posti differenti e con microbioma completamente diverso.

Pochi sanno che il cancro al colon retto potrebbe arrivare per la mancanza di questi batteri

Uno studio diretto da Humanitas invece ha preso in considerazione la possibilità che sia la presenza di alcuni batteri a fungere da protezione contro l’insorgenza di determinate patologie intestinali.

Un maggior numero di batteri buoni rispetto a quelli cattivi potrebbe essere determinante per la salute dell’organismo.

Questi batteri crescono grazie a sostanze come l’inulina la cui somministrazione è stata definita benefica dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

I dati a disposizione però non sono ancora in grado di confermare la loro bontà in presenza di patologie.

Alcuni ceppi batterici colonizzano l’intestino combattendo i microbi estranei tra cui anche quelli patogeni.

La loro presenza è considerata fondamentale nella prevenzione delle malattie per la capacità di sintetizzare sostanze importanti come la vitamina K.

Gli studi sul ruolo che i batteri buoni e la composizione del microbioma avrebbero a livello preventivo o curativo sono tanti.

L’idea di base è quella di elaborare interventi personalizzati attraverso programmi nutrizionali stabiliti ad hoc per sfruttare le caratteristiche organiche delle persone interessate.

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