Per non cadere nella trappola dell’inflazione e perdere molti soldi sul conto corrente ecco una strategia zero rischi in BTP

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Moltissimi risparmiatori tengono ancora sul conto corrente i soldi pur sapendo che stanno perdendo denaro. Non solo bolli e commissioni ma anche l’inflazione, stanno falcidiano i risparmi in banca. Una soluzione molto remunerativa e più sicura del conto corrente sarebbe a portata di mano. Tutti i risparmiatori possono sfruttare facilmente questa opportunità, ma molti preferiscono ignorarla.

Investire in titoli di Stato può essere un’alternativa validissima a lasciare i soldi sul conto corrente, anche per non cadere nella trappola inversa e cioè perdere interessanti guadagni. Chi acquista un’obbligazione governativa sta facendo un prestito allo Stato. Su questo prestito otterrà una remunerazione, pari al tasso di interesse offerto dal titolo. In Italia il Ministero dell’economia e delle finanze (MEF), garantisce non solo il pagamento degli interessi annuali ma anche la restituzione del capitale.

Acquistare un titolo di Stato è semplicissimo, si può fare attraverso la sottoscrizione al momento dell’emissione da parte del Ministero. Oppure un risparmiatore può acquistare un titolo di Stato in pochi minuti direttamente in Borsa e poi rivenderlo altrettanto rapidamente.

Per non cadere nella trappola dell’inflazione e perdere molti soldi sul conto corrente ecco una strategia zero rischi in BTP

I titoli di Stato hanno varia durata quindi possono soddisfare le esigenze temporali di qualsiasi risparmiatore. Per esempio chi volesse crearsi semplicemente una pensione integrativa potrebbe puntare su un BTP con scadenza tra 20 anni utilizzando un piano di accumulo. Invece, il risparmiatore che volesse investire per un periodo di tempo limitato, magari 24 mesi, potrebbe acquistare obbligazioni con una durata residua simile.

La durata di un’obbligazione è importante, ma occorre tenere presente che chi ha un titolo di Stato può rivenderlo in qualsiasi momento.

Chi ha soldi in banca da investire senza avere specifiche esigenze, volendo tutelare il risparmio potrebbe acquistare titoli con tre scadenze diverse. Per esempio, un investitore accorto potrebbe puntare su un titolo con vita residua 24 mesi e su uno con scadenza residua a 5 anni. Infine potrebbe scegliere un BTP con scadenza residua 10 anni.

Il BTP con rimborso maggio 2024 (Isin: IT0005246340), a scadenza offre un rendimento annuo dell’1% netto. Al momento dell’analisi il titolo si acquista a 101,4 centesimi. Il Buono del Tesoro poliennale con rimborso giugno 2027 (Isin: IT0005240830) a scadenza offre un rendimento dell’1,8% annuo netto. Al momento dell’analisi il titolo ha un prezzo di 100,5 centesimi. Il titolo decennale con scadenza giugno 2032 (Isin: IT0005466013) rende il 2,8% netto annuo se tenuto fino al rimborso. Al momento dell’analisi il suo prezzo è di 82,8 centesimi.

Attenzione all’inganno della cedola

I rendimenti di questi titoli sono comprensivi anche delle cedole. Infatti una caratteristica delle obbligazioni, in particolare dei titoli a tasso fisso come il BTP, è la distribuzione annuale di una cedola. Attenzione però, a non lasciarsi ingannare dal valore della cedola che non è il rendimento finale Per non cadere nella trappola del ghiotto coupon, meglio guardare sempre al rendimento annuale dell’obbligazione.

Per esempio, il Buono del Tesoro poliennale con scadenza novembre del 2027 ha un flusso cedolare annuale del 6,5%. Un investitore potrebbe essere attratto da questa mega cedola pensando magari di neutralizzare l’attuale livello di inflazione. In realtà il rendimento annuo del titolo al momento dell’analisi è dell’1,7% netto. Questo perché chi lo acquista adesso paga 122,4 centesimi, ma al momento del rimborso avrà 100 centesimi. Quindi a scadenza chi ha in portafoglio il titolo avrà una perdita di 22 centesimi in conto capitale.

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