Pensione di reversibilità alla vedova nel 2023, novità in arrivo e aumenti

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La pensione di reversibilità è una prestazione molto importante per chi perde un congiunto. Si tratta, infatti, di un’erogazione economica a sostegno dei familiari superstiti. Spetta in primis al coniuge superstite e, quindi, alla vedova o al vedovo del pensionato che è venuto a mancare. La quota riconosciuta è pari al 60% della pensione che il defunto percepiva in vita. Ma per la pensione di reversibilità alla vedova nel 2023 sono previste importanti novità.

Le rivalutazioni del 2023

Come ogni altra prestazione erogata dall’INPS, anche la pensione di reversibilità è soggetta a perequazione. L’importo erogato mensilmente, quindi, annualmente viene rivalutato in base all’inflazione e al costo della vita. La pensione ai superstiti, quindi, nel 2023 avrà un aumento dell’importo che potrebbe essere anche abbastanza importante.

Innanzitutto già dal prossimo mese di ottobre chi ha un reddito fino a 35.000 avrà il primo innalzamento dell’importo. Si tratta di una rivalutazione anticipata riconosciuta a chi ha una pensione che arriva a 2.692 euro mensili.

Da ottobre a dicembre i primi importi maggiorati

La rivalutazione anticipata avrà effetto da ottobre a dicembre. Ma intanto a novembre si percepirà anche un altro aumento. Questo legato alla perequazione 2022. A gennaio la rivalutazione applicata su tutte le pensioni è stata dell’1,7% anche se, poi, il tasso definitivo approvato è stato dell’1,9%. Va da se che ai pensionati spetta la differenza dello 0,2% per tutto l’anno 2022.

Anche se l’incidenza mensile di questa perequazione è molto bassa (circa 2 euro per pensioni di 1.000 euro al mese) spettano anche gli arretrati. Per chi percepisce una pensione di 1.000 euro, quindi, spetteranno, circa 42 euro nel mese di novembre.

Pensione di reversibilità alla vedova nel 2023, le novità in arrivo e gli aumenti

Ma a gennaio 2023 scatta la perequazione sull’inflazione 2022 per tutti (ricordando che al 100% spetta solo alle pensioni con importo fino a 2.062 euro). Ovviamente non sappiamo a quanto sarà confermato il tasso dell’inflazione ad anno completato. Ma se dovesse essere confermato al 7/8% gli aumenti sulle pensioni potrebbero essere anche abbastanza corposi.

Supponiamo che sia riconfermata l’inflazione all’8% alle pensioni da 1.000 euro spetterebbe un aumento mensile lordo di 80 euro. Ovviamente da questo andrebbe defalcata la rivalutazione anticipata del 2% applicata ad ottobre. Ed effettivamente a gennaio spetterebbe un aumento di 60 euro. È facile comprendere come questo aumento tocchi anche le pensioni più alte e che per pensioni da 2.000 euro potrebbe essere pari a 160 euro mensili. Sicuramente una rivalutazione di non poco conto.

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