Pensione casalinga senza contributi, le possibilità di avere un assegno

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Per la donna che si dedica per tutta la vita alla casa, alla famiglia e ai figli, riuscire ad avere una pensione potrebbe essere molto difficile. Anche se crescere i propri figli nel modo migliore è l’obiettivo ideale di ogni madre, non per tutte è possibile intraprendere questa strada. Anche considerando il fatto che per chi non svolge lavoro retribuito non sono riconosciuti contributi utili per la vecchiaia. La pensione casalinga senza contributi è bene sottolineare che non esiste. Cerchiamo di capire, però, quali possono essere le strade da percorrere.

Senza lavoro non ci sono contributi

Molto spesso erroneamente si pensa che per chi non lavora e non versa contributi spetti la cosiddetta pensione minima. Ma non è così. La pensione minima spetta al compimento dei 67 anni solo a chi ha versato almeno 20 anni di contributi ed è titolare di pensione di vecchiaia. Se quest’ultima è troppo bassa ed è calcolata con il sistema misto, viene integrata al minimo (525 euro al mese).

Per chi i 20 anni di contributi non li ha, però, al compimento dei 67 anni potrebbe non spettare nulla. E, in questo caso, non è possibile neanche versare all’INPS contributi volontari perché l’autorizzazione è concessa solo in presenza di almeno 5 anni di contributi obbligatori versati.

L’assegno sociale non sempre spetta

Si potrebbe obiettare, però, che per chi non ha diritto alla pensione c’è sempre l’assegno sociale. Ma anche in questo caso non è propriamente corretto. L’INPS riconosce l’assegno sociale solo a chi vive una situazione di disagio economico e rientra in precisi limiti di redditi.

Ma il reddito preso in considerazione è non solo quello personale ma quello coniugale. Questo significa che una donna non avrà diritto all’assegno sociale se il marito prende una pensione superiore all’assegno sociale stesso.

Pensione casalinga senza contributi, le possibilità di avere un assegno

Ma qual è, quindi, l’alternativa della casalinga per avere una pensione? La soluzione potrebbe essere quella di iscriversi, per tempo, al Fondo casalinghe. Versando in esso almeno 5 anni di contributi la donna avrà diritto, al compimento dei 57 o 65 anni, all’assegno complementare che il Fondo eroga.

Il consiglio, in questo caso, è quello di non limitarsi a versare l’importo minimo per la copertura mensile o annuale. Versando solo il minimo di 310 euro l’anno, infatti, il Fondo riconoscerà un assegno mensile dall’importo bassissimo. Meglio, quindi, versare magari qualcosa in più per ritrovarsi un mensile più ricco in vecchiaia.

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