Occhio a minacce e bugie nelle telefonate del recupero crediti, ecco come rispondere agli esattori

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Avere debiti purtroppo è una cosa comune a molte famiglie e molti cittadini. Debiti con l’Agenzia delle Entrate Riscossione o con Equitalia, ma anche debiti verso privati e verso banche o finanziarie. Chi non ha mai utilizzato il credito al consumo per comprare il televisore piuttosto che il telefonino? E se dopo l’apertura del credito l’interessato non ha potuto più onorare le rate del finanziamento? Occhio a minacce e bugie nelle telefonate del recupero crediti!

Ecco che si arriva così a telefonate e lettere con intimazioni al pagamento e addirittura minacce di pignoramenti, sequestri e procedure di esecuzione forzata. Prima ci prova la finanziaria con cui è stato acceso il finanziamento, poi si passa agli esattori veri e propri. E parliamo delle società di recupero crediti. Veri e propri picchiatori che fanno di tutto per recuperare i soldi per un credito verso un cittadino, che la stessa società di recupero ha comprato di fatto dalla finanziaria. Spesso usando metodi poco canonici con autentiche minacce e bugie.

Occhio a minacce e bugie nelle telefonate del recupero crediti, ecco come rispondere agli esattori

Si tratta spesso di autentici stratagemmi quelli usati dalle società di recupero crediti nei confronti dei morosi. Trucchi, bugie e minacce atte a convincere e spingere questi debitori a regolarizzare la propria posizione pagando il debito. Il meccanismo con cui funziona la riscossione mediante questi esattori espone a situazioni che gravano sul debitore. Infatti come già detto, questi esattori comprano il credito dal soggetto a cui il debitore deve dei soldi. E spesso comprano interi pacchetti di crediti a prezzi scontati rispetto ai debiti originari.

Per questo spesso le società di recupero crediti pur di ottenere un pagamento, arrivano ad offrire sconti sull’importo dovuto originariamente. Ma se devi pagare 1.000 euro per il televisore, impossibile che il soggetto che ti ha prestato i soldi si accontenti di prendere solo 500 euro.

Eppure questo è ciò che accade con queste società. E tra l’altro, gli agenti a cui la società dà l’incarico di recuperare un credito, lavorano a provvigione. Significa che guadagnano solo, o di più, solo a recupero credito completato. In termini pratici, un meccanismo che spinge gli esattori ad impegnarsi al massimo per il recupero, a tal punto da andare a volte fuori dalle righe. Perché l’attività di queste società è perfettamente legittima, ma sono alcuni metodi a finire sul banco degli imputati come possibili illeciti.

Ecco cosa accade spesso a chi ha debiti e finisce nelle mire delle società di recupero

A volte l’operato di questi esattori finisce con il tormentare il debitore. Telefonate e lettere, se non addirittura visite domiciliari, sono le pratiche più utilizzate da sempre da queste società o dai loro agenti. L’interesse all’incasso, che come detto è ciò che riguarda tanto le società di recupero che i loro agenti, spinge a minacciare i debitori anche con bugie e sotterfugi, atti a creare quella condizione di spavento e paura utile a persuadere al pagamento. C’è chi arriva a minacciare il carcere per il debitore che non paga le rate di un finanziamento.

Il carcere però in Italia non esiste per situazioni di questo genere che non sono nemmeno considerate reato penale (finisce sotto la sfera civile). Anche le minacce di pignoramenti ed espropri non sono veritiere. Infatti solo l’Ufficiale Giudiziario ha il potere di passare alle maniere dure che pignoramenti, sequestri e confische rappresentano bene. Deve essere un giudice ad utilizzare queste procedure. E sono pratiche lunghe e dispendiose anche economicamente per chi le adotta.

Attenzione quindi

Occhio a minacce! Impossibile che una finanziaria per debiti di poche migliaia di euro finisca con l’arrivare a tanto. Sarebbero più le spese da sostenere che l’utile da incassare. Senza considerare che sequestrare dopo anni il bene da cui il finanziamento e poi il debito scaturisce, è controproducente per un motivo oggettivo. Il bene stesso con l’uso e con il passare del tempo perde valore. Inoltre, se il pagamento delle rate era organizzato con RID e bollettini postali, si tratta di strumenti che non rappresentano titoli esecutivi di credito. in pratica non possono essere presentati in tribunale come titolo esecutivo. la cambiale invece lo è. Ed anche se in disuso, spesso viene proposta dalle società di recupero crediti. In pratica si offrono sconti rispetto al debito, ma chiedendo la firma sulle cambiali. In questo si concede alla società un titolo esecutivo vero e proprio.

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