La Banca Centrale Europea ha ridotto i tassi di interesse di ulteriori 25 punti base. Questa variazione avrà un impatto sui mutui a tasso variabile, sia su quelli già attivi sia su quelli nuovi. In generale, la manovra della BCE dovrebbe favorire la rinascita dell’economia e aiutare proprio le famiglie che hanno stipulato finanziamenti, con effetti visibili già sulla prossima rata dei prestiti.
Mutui più convenienti grazie alla manovra della Banca Centrale Europea: risparmi elevati sulle rate mensili
In seguito all’ultimo taglio della BCE, il TAN medio dei mutui a tasso variabile, pari al 2,83% lo scorso maggio, ora sarà pari al 2,58%, per i mutui a 20 e 30 anni. Sulla base dei calcoli effettuati da MutuiOnline.it, per un prestito di 140.000 euro a 20 anni, la rata mensile si abbasserà di quasi 18 euro, da 765 a 747 euro, e si potranno risparmiare più di 4.100 euro complessivamente.
Per i mutui compresi tra 100.000 e 200.000 euro a 20 anni, invece, lo sconto ammonterà a circa 27 euro e arriverà fino a 324 euro all’anno. Sui mutui a 30 anni, il risparmio sarà pari a 360 euro all’anno. Dalle stime è possibile notare come il taglio dei tassi di interesse avrà degli effetti benefici soprattutto su coloro che hanno già sottoscritto un prestito a tasso variabile.
Ma i vantaggi saranno visibili anche per coloro che sono intenzionati a sottoscrivere un nuovo mutuo a tasso variabile. Con il taglio, infatti, quest’ultimo diventa più conveniente del fisso, perché garantirebbero ai mutuatari una maggiore flessibilità e costi meno elevati. Occhio, però, perché i tassi di interesse sui mutui variabili dipendono anche dall’Euribor e potrebbero essere meno vantaggiosi sul lungo periodo.
Chi sceglie un tasso variabile, infatti, deve sempre prestare massima attenzione a possibili rialzi e, in un periodo di profonda incertezza economica e finanziaria, non è possibile prevedere se la BCE decida di continuare con i ribassi. Al momento, l’Euribor è inferiore al 2% e, almeno fino a marzo 2026, si stima che mantenga il ribasso. Per tale motivo, i mutui a tasso variabile sono più adeguati al breve periodo.
Senza dubbio, i mutui a tasso fisso assicurano più stabilità. Attualmente, l’indice IRS per i prestiti a 20 anni è pari al 2,73%, mentre per quelli a 30 anni al 2,65%. A meno che non intervengano colpi di scena, questi valori sono destinati a perdurare.
Tasso fisso o tasso variabile: quale conviene con il taglio della BCE?
Alla luce del nuovo taglio dei tassi di interesse, quali sono le differenze tra mutui a tasso fisso e mutui a tasso variabile? A maggio 2025, il TAN medio per i mutui fissi era del 2,99%; per un prestito ai 140.000 euro a 20 anni, la rata mensile dovuta ammontava a 776 euro al mese, circa 29 euro in più rispetto a quella per un mutuo a tasso variabile dopo l’intervento della BCE. Di conseguenza, il costo totale per l’intero prestito a tasso fisso sarebbe di quasi 6.800 euro in più rispetto a uno a tasso variabile.
In conclusione, nel breve periodo ci sarà una riduzione dell’importo delle rate mensili per i mutui a tasso variabile, anche per i nuovi contratti. Prima di richiedere un finanziamento, tuttavia, è sempre necessario consultare un professionista esperto, che sappia consultare il futuro mutuatario sulla base delle esigenze concrete e delle previsioni delle possibili oscillazioni, prospettando anche l’ipotesi di un blocco dei tassi se dovessero esserci degli aumenti improvvisi.