Le prossime sanzioni sul petrolio russo potrebbero far esplodere il prezzo dell’oro nero?

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Il 5 dicembre l’Unione Europea imporrà un divieto sulle importazioni via mare di greggio russo. Lo stesso giorno, l’UE e il Regno Unito proibiranno alle loro compagnie di fornire servizi di trasporto, finanziamenti commerciali e assicurazioni per le petroliere che trasportano petrolio russo. A meno che le spedizioni non abbiano un prezzo inferiore a un tetto. Il livello del tetto massimo – che non è ancora stato concordato – sarà stabilito da una coalizione che comprende i governi del Gruppo dei Sette e l’UE.

Alcuni grandi importatori di petrolio, tra cui la Cina e l’India, hanno dichiarato che continueranno ad acquistare il petrolio russo. Inoltre, con un numero inferiore di acquirenti sul mercato, si prevede che vedranno sconti maggiori. Questi scambi, però avvengono via mare. Qualora questa capacità dovesse esaurirsi allora gli stessi acquirenti dovranno assicurarsi accordi al prezzo massimo per accedere ai servizi europei e organizzare la consegna di ulteriori forniture.

Le prossime sanzioni sul petrolio russo, quindi, potrebbero avere queste due conseguenze. O la Russia accetta di vendere a un prezzo deciso dai suoi nemici oppure fermerà l’export. In questo caso si potrebbe assistere a un forte rialzo del prezzo del petrolio a causa della riduzione della disponibilità della materia prima.

In questa situazione di incerteza che dovrebbe chiarirsi entro fine anno, il petrolio continua a essere indeciso sulla strada da intraprendere. Nell’attesa un po’  di sollievo per i Paesi Europei arriva dal rafforzamento dell’euro contro il dollaro.

Le prossime sanzioni sul petrolio russo potrebbero far esplodere il prezzo dell’oro nero? Vediamo cosa ci dice l’analisi grafica

Il petrolio ha chiuso la seduta del 11 novembre a quota 88,96 dollari, in rialzo del 2,88% rispetto alla seduta precedente. La settimana si è chiusa con un ribasso del 3,94% rispetto alla chiusura settimanale precedente.

La tendenza in corso è ribassista, ma senza convinzione. Come si vede dal grafico, infatti, basterebbe una chiusura giornaliera superiore a 89,33 dollari per fare invertire al rialzo la tendenza in corso. In caso contrario le quotazioni del petrolio potrebbero scendere fino in area 82,19 dollari (I obiettivo di prezzo). A seguire gli altri obiettivi sono indicati in figura.

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Sono ormai cinque settimane che le quotazioni si stanno muovendo all’interno di uno stretto trading range che ha come base area 80,35 dollari e limite superiore area 95 dollari. Solo la rottura di uno di questi due livelli potrebbe dare direzionalità alle quotazioni portando alla concretizzazione di uno dei due scenario indicati in figura: rialzista (linea tratteggiata) e ribassista (linea continua).

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