Le novità 2023 sulle pensioni e coefficienti di trasformazione

pensione calcolo

La credenza è quella che andando in pensione più tardi l’importo dell’assegno sia più alto. Ma cosa accade se i coefficienti di trasformazione si abbassano? A parità di contributi, infatti, a determinare la pensione più alta è l’età. Più è alta e più inciderà positivamente sul calcolo dell’assegno. Grazie all’applicazione dei coefficienti di trasformazione che salgono al salire dell’età. Ma ecco le novità 2023 sulle pensioni e coefficienti di trasformazione.

Il coefficiente che incide sul calcolo

I coefficienti di trasformazione sono percentuali che, applicate al montante contributivo, determinano la pensione spettante. Variano in base all’età, ma quelli attualmente in vigore hanno valenza fino alla fine del 2022. Ogni biennio, infatti, i coefficienti vengono aggiornati e tengono conto della speranza di vita della popolazione.

In base, quindi, alla variazione positiva o negativa del coefficiente, c’è maggiore convenienza a restare in servizio o andare in pensione. Potrebbe essere determinante scegliere, quindi, di andare in pensione entro la fine del 2022, se i coefficienti ne 2023 saranno più bassi. Visto che si abbassano all’aumentare della speranza di vita.

Come sono cambiati nel tempo?

È da precisare che dal 1996 al 2022 ad ogni aggiornamento i coefficienti di trasformazione sono stati sempre meno convenienti. Segno che la speranza di vita dell’italiano medio si è alzata, e questa è un’ottima notizia. Ma sintomo di un abbassamento del calcolo della pensione.

Ad esempio, nel 1996 il coefficiente di trasformazione per accedere alla pensione a 67 anni era pari al 6,136%. Nel biennio 2010/2012 questo numero ha subito un ribasso ed è arrivato al 5,7%. Nel biennio 2021/2022 ha toccato il 5,575%, riducendosi di un ulteriore 0,52% rispetto al biennio precedente.

Le novità 2023 sulle pensioni e coefficienti di trasformazione

Dopo l’ultimo aggiornamento dei coefficienti il pensionamento è stato meno conveniente. Lo stabilizzatore primario del sistema previdenziale italiano, quindi, cerca di mantenere in piedi i conti dell’INPS. Visto che prevede una pensione più bassa laddove la speranza di vita aumenta. Percependo la pensione per più tempo, si avrà un importo mensile più basso.

Quello che fa ben sperare per l’aggiornamento dei coefficienti di trasformazione 2023 è che con la circolare del 18 febbraio l’INPS ha comunicato che i requisiti di accesso alla pensione non saranno incrementati per il biennio 2023/2024. Questo fa comprendere che l’aspettativa di vita, anche causa Covid 19, non è aumentata. Questo fa ben sperare anche sulla diminuzione dei coefficienti di trasformazione. Nel 2023, infatti, potrebbero realmente non diminuire e lasciare, di fatto, il calcolo della pensione inalterato. Ma per averne certezza bisogna attendere le decisioni istituzionali al riguardo.

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