«La geografia ha un peso» e «il Mondo asiatico sta crescendo», l’analisi del conflitto Russia Ucraina del professor Sellari

Russia Prof Sellari

«L’Ucraina è pianeggiante e in pianura la battaglia tra due in campo aperto favorisce il più forte». E ancora «Sicuramente c’è una grossa rivincita del Mondo asiatico e c’è un’ampia letteratura che parla di crescita asiatica». Sono due dei punti salienti della “lettura” geopolitica del conflitto da parte del professor Paolo Sellari. Docente di Geografia Politica ed Economica presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, Sellari è Direttore del Master in Geopolitica e Sicurezza Globale istituito presso lo stesso Ateneo. Con lui cerchiamo di andare “oltre le notizie” per capire a fondo la radice della guerra e i suoi possibili sviluppi. «La geografia ha un peso» ed anche «il Mondo asiatico sta crescendo».

Professore Putin ha colto tutti di sorpresa con questo conflitto?

«La sorpresa è parziale perché in effetti era già nell’aria. Da qualche mese l’intelligence occidentale aveva avvisato che Putin stava per prendersi ciò che ritiene essere suo. In fondo si tratta di una questione congelata dal 2014».

«La geografia ha un peso» e «il Mondo asiatico sta crescendo», l’analisi del conflitto Russia – Ucraina del professor Sellari. Che tipo di conflitto è? Cosa dobbiamo aspettarci?

«I piani sono molto complessi perché non è una guerra contro un Paese. In Ucraina ci sono molti russi, circa 10-12 milioni. È una battaglia contro un nazionalismo ucraino che è radicato nella parte Ovest. Si tratta di un conflitto simbolico verso l’Occidente e verso la minaccia della NATO al confine perché la Russia ha il terrore di essere invasa e percepisce un senso di insicurezza proprio su quel lato»

Perché agire proprio adesso?

«Probabilmente la Russia ha aspettato si placasse la pandemia e poi il momento da un punto di vista economico è per così dire congeniale. La bolla energetica è esplosa già da qualche mese e questo è un’importante arma di ricatto».

Le ultime notizie rendono conto anche di un paragone con l’Afghanistan, ha senso secondo Lei?

«Vede nei conflitti la geografia è importante. L’Afghanistan è un territorio difficile. Lo si può prendere dall’alto ma non sul campo perché è ricco di montagne e ci si nasconde benissimo. L’Ucraina è pianeggiante e in pianura la battaglia tra due in campo aperto, favorisce il più forte. Anche perché quanti realmente minacciano di andare a combattere sono concentrati ad ovest (anche se bisogna vedere non sia solo propaganda)».

Ma l’Ucraina che Paese è in realtà, quali sono le sue origini storiche?

«In molti si chiedono quale sia l’identità ucraina e qui si apre un altro fronte. La Russia gioca sul fatto che l’Ucraina è un pezzo di Russia che le è stata tolta per fare un grande Stato. Si divide in due sostanzialmente: l’area ad Est industriale, borghese e la parte ad Ovest agricola. L’ovest agricolo ha sviluppato una borghesia nel corso dei secoli soprattutto nel XIX secolo sotto il dominio asburgico. Qui poi si innesca lo shock del grano che porterà a breve ad un’impennata dei prezzi. Anche su questa differenza tra Ovest ed Est gioca molto Putin. Quanto alle origini storiche, la Russia nacque a Kiev e costituì un territorio omogeneo che resse per diversi secoli». «La geografia ha un peso» ed è innegabile.

Se volessimo azzardare delle previsioni?

«Immagino una progressiva ritirata delle popolazioni dell’Est e una radicalizzazione del conflitto, supportato da altri, ad Ovest. Nel breve periodo la Russia vincerà facilmente nonostante un modello di reazione e resistenza che potrebbe esserci soprattutto a Kiev».

A che costo?

«Il post-guerra non sarà semplice. Nel lungo periodo la Russia sa bene che l’occupazione costa e la guerra costa. La Russia ha un basso tasso inflazione e ottime riserve, ha una ricchezza nazionale di rispetto grazie alla vendita del gas. Ma sarà in grado di reggere nel lungo periodo? La Cina ha comprato delle riserve grano e questo può preoccuparci per la speculazione forte sul mercato agricolo e dei beni alimentari. Questo è un problema serio».

Si dice anche che la Russia in fondo non teme molto dall’essere messa alla porta dal mondo occidentale perché avrebbe dalla sua la Cina e molto dell’Oriente….

«Sicuramente c’è una grossa rivincita del Mondo asiatico e c’è un’ampia letteratura che parla di crescita asiatica. Noi siamo eurocentrici e non lo accettiamo ma qualcosa sta cambiando. Dobbiamo accettare questo cambio e capire che probabilmente noi possiamo avere un po’ di meno e altri un po’ di più. Vede già nel 2001 con l’entrata nel WTO della Cina, di fatto già è cambiato tutto. Si parla poco dell’alleanza strategica dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shangai (Shangai Cooperation Organisation) tra Cina, Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan. Se rispolveriamo il tutto, capiamo bene che il peso mondiale si può spostare. Guardi che le esercitazioni militari congiunte la Russia e la Cina, in fondo le fanno».

Però geograficamente la Russia è in Europa….

«Oggi le preoccupazioni sono Taiwan e la Polonia cioè i Paesi Baltici ma credo che oggi la Russia non possa fare un’operazione del genere. Non può prescindere dalle esportazioni del gas verso l’Europa. La vita russa è proiettata verso Ovest e non verso Est. Geograficamente la Russia è europea e non asiatica. L’alleanza con la Cina può essere economica e finanziaria ma la Russia non può fare a meno dell’Europa. Ci sta semplicemente dicendo che l’orso si è svegliato perché oltre ad essere il nostro fornitore di gas è anche un nemico geopolitico».

Dunque «la geografia ha un peso» ed anche «il Mondo asiatico sta crescendo», l’analisi del conflitto Russia – Ucraina del professor Sellari mette luce su aspetti che finora erano ancora in chiaro scuro.

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