La casa diventa un problema per gli italiani, nubi nere sul patrimonio edilizio? La crescita ambientale non può diventare una questione sociale

La casa diventa un problema per gli italiani

La Commissione Industria ed energia sta esaminando la Direttiva, ed i suoi aggiornamenti , sulla prestazione energetica nell’edilizia (EPBD),  parte del pacchetto di misure denominato “Fit for 55”, per la riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2030. La stessa definisce i contorni e da il via  ad una conversione  sia a nuovi edifici a zero emissioni ed  a riqualificare il parco edilizio esistente. La casa diventa un problema per gli italiani, nubi nere sul patrimonio edilizio?

a cura del Centro Studi di Asso Ingegneri e Architetti

La Commissione ha formalizzato una road-map da seguire per rendere più efficienti gli immobili nelle classi energetiche inferiori, così riassunta:
  • entro il 2030 si dovranno rendere più efficienti gli immobili in classe F e G;
  • entro il 2033 quelli in classe E;
  • entro il 2040 gli immobili in classe D;
  • entro il 2050 tutti gli edifici dovranno essere a emissione zero.

Primi quesiti e problemi

E qui arriva da subito, una visione complessiva che mal si addice al nostro Paese. I dubbi sorgono  sugli effetti complessivi della nuova proposta, sulla quantità e qualità, nonchè sui tempi e modi  dei vari obblighi previsti anche dal pacchetto “Fit for 55”, obiettivi obbligatori di riduzione della CO2 per l’edilizia e l’ assoggettamento dell’edilizia al sistema europeo di scambio di emissioni di CO2.

La normativa , peraltro dovrebbe avere un meccanismo di  misure  che incentivino l’applicazione della stessa per non cadere nella trappola del sistema Bonus 110%, ma non da indicazioni su come aderire al progetto. Resta esplicito il livello singolo  e non una individuazione a livello urbanistico di parti di città piu’ o meno appetibili, al discorso di decarbonizzazione.

Considerando il problema dal punto di vista singolo e non con una visione urbanistica della complessità della costituzione del tessuto abitativo.

Oltre a non valutare la fattibilità della organizzazione di un lavoro da realizzare in tempi brevi, sconosciuti alla nostra burocrazia, ed all’uso di materie prime che derivano tutte dalla filiera petrolifera.

Cosa ha deciso la Comm.ne UE ITRE

Con 49 voti a favore, 18 contrari e 6 astenuti, l’Itre  (la Commissione Industria) si è espressa favorevolmente su tutti gli emendamenti di compromesso che erano stati presentati, segnale che la misura per l’efficientamento energetico delle case , per l’Europa è una materia  delicata e, che nel Vecchio Continente nessuno vuole prendere sottogamba. Sembra anche che ci sia il parere negativo della BCE su questa misura, ritenuta talmente gravosa per le tasche della gente.

La casa diventa un problema per gli italiani, nubi nere sul patrimonio edilizio? Tempi e modi ravvicinati

I tempi e le scadenze della proposta della Commissione prima e, del Parlamento che dovrebbe  approdare al voto in seduta plenaria durante la sessione di marzo. Come avviene in Italia, infatti, anche il lavoro dell’Ue è diviso tra le commissioni competenti e l’assemblea plenaria, con le prime, formate da pochi legislatori specializzati su un settore, che si occupano di studiare e modificare il testo, mentre alla plenaria spetta l’approvazione definitiva.
Analizzando il testo approvato in commissione, gli edifici residenziali dovranno raggiungere una classe di prestazione energetica minima di tipo E entro il primo gennaio 2030 e D entro il primo gennaio 2033.

Scadenze che, se si pensa al gran lavoro da fare, risultano ravvicinate e prive di una conoscenza della legislazione che esiste in Italia e soprattutto dei meccanismi della burocrazia  .

RICORDIAMO che il patrimonio italiano si attesta su 31 milioni di unità e, le abitazioni italiane in classe inferiore alla D sono circa il 74% (34% G, 23,8% F, 15,9% E), numeri solo indicativi, perché la direttiva prevede una riclassificazione degli immobili, con il 15% del patrimonio più energivoro che andrà in classe G.

Fotografia dell’Italia e del suo patrimonio edilizio

Pertanto abbiamo visto che il patrimonio italiano si attesterebbe sui 31 milioni di unità abitative  e che la vetustà  del patrimonio immobiliare italiano risale a parecchi anni fa, con l’aggiunta della storicità dello stesso. Ricordiamo che il 70% del patrimonio storico del mondo risiede in Italia, con i suoi monumenti ma anche con i suoi Borghi dislocati in ogni suo perimetro e con suoi 8.000 Comuni. E che la sua conformazione fisica e geografica comporta zone climatiche, con escursioni che vanno da + 30 gradi a – 15/25 durante le stagioni!

Analizzando poi lo stato, non possiamo non notare che per il 74%  è stato costruito in un periodo lontano da norme interessanti il risparmio energetico la sicurezza sismica,  creando un gap non indifferente.

Entrando nel merito, un patrimonio di circa 12,2 milioni di edifici, con circa  9 milioni, che non risultano in grado di garantire le prestazioni energetiche minime, richieste per gli edifici costruiti successivamente, e molto distanti  dalle prestazioni minime richieste alle abitazioni dei nostri giorni.

Questi dati sono evidenziati dalla ricerca ENEA che ha raccolto le prestazioni energivore del nostro patrimonio mostrando una
netta mappatura  di edifici fortemente energivori:  il monitoraggio Enea-CTI, relativo agli attestati di prestazione energetica
(APE) emessi nel 2020, evidenzia, infatti, che, in media, ben il 75,4% degli attestati si riferisce a immobili ricadenti nelle classi E, F, G.
Quest’ultima, in particolare, incide per oltre un terzo (35,3%).
Distribuzione degli APE emessi nel 2020 (N = 1.054.060) per classe energetica.
Nel comparto residenziale, in particolare, tale distribuzione risulta ancora più estrema: il peso delle categorie più energivore (E, F, G) raggiunge, infatti, il 75%.

Analisi sui costi per arrivare al superamento della soglia di due classi

Come abbiamo visto, i tempi sono ristretti: entro il 2030 gli immobili in classe energetica F o G dovranno essere ristrutturati per portarli almeno in classe E. Entro il 2033, poi, ci dovranno essere solo abitazioni che siano almeno in classe D.
Sono i primi due step per avere entro il 2050 solo edifici a emissione zero.
Abbiamo cercato di dare alcune risposte sui costi per affrontare queste problematiche ma le tipologie degli edifici e la varietà delle posizioni geografiche delle nostre Città fanno si che ogni edificio abbia delle peculiarità DIVERSE .
Pertanto abbiamo estrapolato dei MODELLI che possono essere alla base di uno studio per arrivare a capire la quantità di opere e di costi da affrontare.

1° TIPOLOGIA

Edificio multipiano (fino a 4/6 piani) in una CITTA’ del Nord, in Pianura Padana , altitudine  mt 100/ 150 slm con  facciate rivolte a Nord /est/ovest – UNITA’  ABITATIVA  di circa 70/80 MQ.

2°TIPOLOGIA

Edificio abitativo singolo (fino a 2 piani) in un Paese / o Periferia CITTA’,  del Nord, in Pianura Padana , altitudine  100/150 slm  con facciate sui quattro assi. UNITA’ ABITATIVA di circa 120/150 MQ.
Nel primo edificio, CASA MULTIPLA/CONDOMINIO, possono  essere effettuati lavori per il passaggio di categoria , prevedendo una minima spesa con :
1 Tetto fotovoltaico con 6,5 KW per unità abitativa;
2 generatore ibrido;
3 batteria accumulo;
4 termosifoni ad alta capacità.
Con un costo approssimativo, che può variare tra i 500/650 EURO mq.

Nel secondo edificio : CASA SINGOLA /isolata ,possono  essere effettuati lavori per il passaggio di categoria , prevedendo una minima spesa con :

1 pareti isolate;
2 sostituzione serramenti;
3 generatore ibrido;
4 termosifoni ad alta capacità.
Con un costo approssimativo, che può variare tra i 650/750 EURO mq.

Come si vede vi è un grosso carico di spesa, che puo’ variare da modello a modello e soprattutto da città a città. Visti gli obbiettivi molto sfidanti che si vogliono raggiungere, dovranno essere rivisti tutti i regolamenti su edilizia, impianti e materiali. Una cosa che però richiede pianificazione e tempi certi fin da subito. Le nuove prescrizioni, poi, impatteranno tanto sugli edifici di nuova costruzione quanto su quelli esistenti.
L’edificio infine può diventare, con ulteriori costi, un sistema integrato con la sostenibilità ambientale. Il che implica ad esempio la presenza di punti di ricarica delle auto elettriche anche nei condomini e sistemi smart per la gestione dell’energia, sia elettrica sia termica.

La casa diventa un problema per gli italiani, nubi nere sul patrimonio edilizio? Servono tempi certi e incentivi

Se si pensa che in Italia circa il 60% degli edifici è oggi in classe F e G, si capisce quanto sarà impattante per molte famiglie anche solo il passaggio in classe E. Per il salto di classe, infatti, occorre ridurre i consumi energetici di circa il 25%: riduzione che si ottiene solo con interventi come il cappotto termico, la sostituzione degli infissi o la sostituzione della caldaia con una nuova a condensazione.

Quello che è certo è che la spesa per avere edifici più sostenibili non deve gravare sulle tasche dei cittadini, per molti dei quali la casa rappresenta l’unico patrimonio o fonte di reddito.
Ben venga dunque l’adeguamento solo se accompagnato da incentivi facilmente accessibili.con una chiarezza e limpidezza da parte di tutto il sistema economico, finanziario e bancario  . Inoltre i proprietari devono poter vendere e affittare gli immobili semplicemente presentando la certificazione dello stato di fatto in cui si trova l’immobile al momento della vendita o della locazione; spetterà poi all’acquirente fare i lavori approfittando degli incentivi. Rimane evidente che sarà il mercato stesso a valorizzare gli edifici che hanno adeguato la loro classe energetica, penalizzando quelli non ancora efficientati.
Occorre pertanto definire chiaramente tempi e modalità in sede Ue poi in Italia andando di pari passo con la promozione di incentivi certi e duraturi. Serve pertanto procedere con una strategia chiara e non con proroghe all’ultimo minuto o continui cambiamenti regolatori tecnici e fiscali ad ogni legge di bilancio. Solo così sarà possibile affrontare questa sfida coinvolgendo i cittadini e migliorando il nostro Paese.

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