La BCE rischia di cadere nella trappola della liquidità

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La BCE rischia di cadere nella trappola della liquidità. Perchè?

Per ora la Banca Centrale Europea ha deciso di rimanere ancora alla finestra, prima di effettuare un taglio dei tassi che forse potrebbe non arrivare. Nonostante quello che la Presidente Christine Lagarde ha dichiarato nell’ultimo comunicato ufficiale, per altro inusuale. Nel frattempo la Banca Centrale Usa ha tagliato il costo del denaro dello 0,5% con una risposta immediata ai rischi di rallentamento del Pil Usa.

La Banca Centrale  ha le armi spuntate

Una azione improvvisa quella della FED, attuata prima della riunione del comitato bancario prevista per il 17-18 marzo. Jerom Powell,  a capo della Banca Centrale Usa,  ha messo in  atto una azione inusuale, mentre Christine Lagarde ha fatto un commento inusuale. La differenza tra BCE e FED sta tutta qui, da una parte si agisce, dall’altra si avverte. Vengono in mente le risse tra ragazzi. In genere chi minaccia è colui che non ha veramente il coraggio di colpire. Al contrario chi veramente vuole colpire non ti manda avvertimenti, agisce senza dare vantaggi all’avversario. In questo caso l’immobilismo della BCE è quello di chi sa che ha le armi spuntate, di colui che dubita della efficacia della sua azione. Vediamo perché.

La BCE rischia di cadere nella trappola della liquidità

Immettere liquidita nel sistema economico è una delle due leve per aiutare la crescita economica (l’altra leva è la politica degli stimoli fiscali). Ma c’è una situazione in cui la politica monetaria espansiva non funziona, ovvero quando il livello dei tassi di interesse e l’inflazione sono praticamente a zero. È il caso della Trappola della Liquidità, definizione inventata dall’economista premio Nobel Johan Maynard Keynes negli anni ’30 del secolo scorso. Nella trappola della liquidità le politiche monetarie espansive esauriscono l’effetto positivo sull’economia reale. Quando si cade in questa situazione la leva monetaria diventa totalmente inefficace e stampare cartamoneta è inutile perché chi la detiene non spende. Non è sufficiente, pertanto, iniettare ulteriore offerta di moneta sul mercato, in quanto questa non è più in grado di stimolare la domanda aggregata.

Il cavallo UE non beve più

L’Europa è caduta in piena trappola della liquidità e non da ieri, ma all’indomani della crisi del 2012. Per combattere l’inevitabile rallentamento della crescita dovuta alla crisi del coronavirus la BCE non può abbassare tassi. O meglio, li può abbassare ma l’azione sarebbe inefficace. Lo stimolo alla crescita di un taglio del costo del denaro, sarebbe limitato se non nullo, anche perché da tempo di tassi di interesse sono a zero. Ciò che servirebbe alla Economia Europea, e in particolare all’Italia, sarebbe una forte politica fiscale. Una spinta per fare ripartire gli investimenti, quindi produttività e quindi reddito. Ma questo richiederebbe manovre in deficit ben oltre il 3% che l’Ue si è data come limite e che la Germania difende a spada tratta.
Per descrivere questa situazione gli economisti usano un esempio semplice ma efficace. Immettere liquidità nel mercato equivale a volere dare da bere a un cavallo, ma se questo non vuole bere è inutile. Perciò la BCE può anche tagliare i tassi per stimolare la crescita, ma se il cavallo UE non beve, tale azione è inefficace. Questo Christine Lagarde lo sa, e sa anche che se un cavallo non beve, può anche morire.

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