I prezzi del petrolio in calo fanno temere la recessione ma sui mercati finanziari una speranza potrebbe riaccendere la Borsa 

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Chi negli ultimi due giorni ha fatto benzina si sarà accorto che il prezzo dei carburanti è leggermente calato. La riduzione è stata di qualche centesimo rispetto ai picchi di qualche giorno fa. In particolare il diesel è ritornato sotto il livello della benzina.

I prezzi del petrolio in calo negli ultimi giorni hanno portato alla riduzione del costo dei carburanti alla pompa. Ieri in chiusura di giornata il petrolio Greggio (WTI) scambiava a 97 dollari al barile mentre il Brent quotava 100 dollari. Ad inizio di settimana il Greggio era a 110 dollari mentre il Brent era a 113 dollari. Che cosa ha fatto crollare il valore al barile di oltre il 10%?

Quando l’economia accusa un rallentamento nella crescita, significa che il comparto produttivo produce meno. Una economia che produce di meno consuma anche meno petrolio. Il prezzo dell’oro nero è crollato negli ultimi due giorni perché sono aumentate le paure di un forte rallentamento della crescita, specialmente in Europa.

I prezzi del petrolio in calo fanno temere la recessione ma sui mercati finanziari una speranza potrebbe riaccendere le Borse

Che ci sia timore di un forte rallentamento, ma anche di una possibile recessione, specialmente in Europa, lo dimostra il rapporto euro-dollaro. Negli ultimi mesi il calo della moneta del Vecchio Continente nei confronti di quella USA è stato costante. Nella seduta di mercoledì l’euro ha toccato un minimo storico. Le forti difficoltà dell’euro non sono solo contro il dollaro ma anche contro il franco svizzero. Per la prima volta il rapporto tra le due valute è sceso sotto il valore di 1.

La possibilità di una forte recessione nella seconda parte dell’anno ha fatto tornare una speranza. La possibilità che la FED, e magari la BCE, possano essere meno aggressive sui futuri rialzi del denaro. Questa possibilità potrebbe riaccendere gli acquisti sui mercati azionari.

Questo è anche il motivo della apparente calma sul mercato dei tassi. Per esempio da qualche giorno lo spread tra BTP e Bund è sostanzialmente stabile, appena sotto i 200 punti. Gli operatori stanno attendendo la riunione del 21 luglio della BCE. In quell’occasione non solo si annuncerà il primo rialzo dei tassi dopo anni ma probabilmente si ufficializzerà anche il nuovo scudo anti spread.

Intanto ieri sui mercati azionari c’è stato un minimo recupero. I maggiori listini europei hanno guadagnato tra l’1,5% e il 2,0%, ma meno del calo del 3,0% della seduta di martedì. Buona parte del recupero è probabilmente dovuto ad acquisti per ricoperture di posizioni ribassiste. L’indice Ftse Mib (INDEX:FTSEMIB)  ha guadagnato l’1,0% chiudendo a 20.920 punti. Durante la giornata i prezzi hanno fatto un paio di volte capolino sopra i 21.000 punti.

Cosa potrebbe succedere oggi in Borsa

Da un punto di vista operativo ieri ha tenuto il supporto in area 20.700 punti. Una sua violazione nella seduta di oggi o in quella di domani potrebbe portare i prezzi rapidamente in area 20.300 punti. Invece sarebbe positivo se l’indice Ftse Mib riuscisse a chiudere la seduta sopra i 21.000 punti. Questa eventualità permetterebbe nella seduta di venerdì di raggiungere quota 21.500 punti e quindi di allentare la pressione ribassista in atto.

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