In questo caso molto comune e diffuso mancano i presupposti e non è più dovuto l’assegno divorzile

divorzio

Al momento del divorzio può esistere tra i coniugi una importante differenza di forza economica. Questo capita spesso perché uno decide di dedicarsi al lavoro, mentre l’altro alla famiglia. Comportandosi in questo modo entrambi hanno contribuito alla vita familiare e allo sviluppo della vita insieme.
Il risultato pratico è, però, che il coniuge che si è dedicato al lavoro è diventato economicamente forte, quello che si è dedicato alla famiglia più debole. Proprio per questo la legge prevede la possibilità per il giudice di ordinare al coniuge economicamente forte di pagare un assegno periodico all’altro. Si tratta dell’assegno divorzile.

L’assegno di divorzio non va confuso con l’assegno di mantenimento. Si ha l’assegno di mantenimento quando i coniugi si separano. Quando, cioè, il matrimonio non è ancora del tutto sciolto. In questo caso molto comune, l’assegno di mantenimento viene calcolato sul tenore di vita tenuto durante il matrimonio dai coniugi. Sempre di assegno di mantenimento si parla per la cifra attribuita mensilmente ai figli dall’ ex coniuge, non affidatario.

Le ultime sentenze riguardo l’assegno divorzile

Infatti, quando si divorzia il giudice deve decidere per l’affido dei figli, che può essere condiviso o esclusivo. Nel caso sia esclusivo, il giudice può ordinare, al genitore che non ha ottenuto l’affidamento, il pagamento di un assegno periodico per le esigenze dei figli. Non solo il mantenimento, ma in alcuni casi al figlio di genitore divorziato spetterebbe anche un’altra somma di denaro. In questo caso molto comune il giudice può decidere di non attribuire l’assegno divorzile dopo la fine del matrimonio. Si tratta della nuova convivenza del vecchio compagno.

La funzione dell’assegno divorzile è soprattutto quella compensativa. Nell’esempio fatto prima entrambi i coniugi, dedicandosi uno al lavoro e l’altro alla famiglia, hanno dato il loro contributo allo sviluppo della famiglia. Il risultato finale è, però, ingiusto, nel senso che, alla fine, uno è economicamente forte, mentre l’altro no. Proprio per questo le ultime sentenze hanno spiegato che la funzione principale dell’assegno divorzile è quella retributiva. La legge vuole ripagare il coniuge economicamente debole degli sforzi fatti in favore della famiglia.

In questo caso molto comune e diffuso mancano i presupposti e non è più dovuto l’assegno divorzile

Per questo la Corte di Cassazione, con la recente ordinanza 14256 del 2022, ha chiarito un punto importante. In linea generale la nuova convivenza non fa perdere il diritto a percepire l’assegno divorzile. Questo perché la legge sul divorzio prevede che si perde l’assegno divorzile solo in caso di nuovo matrimonio. Dunque, secondo i giudici, una nuova convivenza non è sufficiente a far venire meno il diritto all’assegno.

La Cassazione chiarisce, però, che il coniuge economicamente debole, per ottenere l’assegno, deve provare il suo contributo alla vita familiare. Deve provare, cioè, di essersi dedicato alla famiglia e che grazie alla sua attività l’ex si è potuto dedicare in serenità al lavoro. Questo ha portato ad una disparità di condizioni economiche che impone di essere corretta con l’assegno divorzile. Se il coniuge economicamente debole non raggiunge questa prova mancano i presupposti e non è dovuto l’assegno divorzile.

Approfondimento

Molti avvocati avvertono che perderà il diritto all’assegno divorzile l’ex coniuge che tenga questo comportamento scorretto

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