In arrivo il rincaro della Tari

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A fronte della notizia di un rincaro della Tari, la prima domanda che si ci pone è: “perché?”. La ragione principale è riconducibile al fatto che un nuovo decreto esclude le attività industriali dal pagamento dei rifiuti urbani. Quindi bisognerà ripartire la tassa tra le altre categorie, che appunto, subiranno un aggravio. Quindi, in arrivo vi è un rincaro della Tari per il 2021. Responsabile di ciò, nello specifico, è il decreto sull’assimilazione dei rifiuti speciali a quelli urbani. Esso, eliminando la tassa per tutte le attività produttive, ha determinato il rincaro per le utenze domestiche e per le altre categorie. In alcuni casi, nella migliore delle ipotesi, si potrebbe arrivare, addirittura, al raddoppio degli attuali importi.

Come si è arrivati al rincaro

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È in arrivo il rincaro della Tari perché, come anticipato, è intervenuta una modifica del decreto che definisce le competenze dei Comuni in materia. Dalla variazione è derivata la liberalizzazione nella gestione dei rifiuti assimilati. Contestualmente, gli Enti locali non hanno più la possibilità di decidere sulle assimilazioni, determinando quindi la modifica degli attuali regolamenti sulla Tari. Segnatamente, il nuovo decreto stabilisce che le utenze non domestiche possono conferire i propri rifiuti urbani al di fuori del servizio pubblico. Ciò, previa dimostrazione di averli conferiti, mediante attestazione rilasciata da chi effettua l’attività di recupero.

Questa novità viaggia di pari passo con la nuova definizione di rifiuto urbano, in cui rientrano anche quelli indifferenziati e da raccolta differenziata. Dall’elenco degli obbligati al conferimento mediante servizio pubblico, sono state escluse le attività industriali poiché non produrrebbero, in base alla nuova qualificazione, rifiuti urbani. Per questo motivo, le attività industriali possono conferire i rifiuti ad un servizio privato, purché per una durata di non meno di 5 anni. In conclusione, tutte le altre categorie, dovranno ripartirsi il costo delle tariffe, per le quali, tra l’altro, era già previsto un aumento a partire dal 2021.

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