Il 31 gennaio deciderà la FED, cosa potrebbe succedere?

Il 31 gennaio si riunirà la FED

Sempre più forte l’attesa per la prossima decisione della FED, che si terrà domani e cioè il 31 gennaio. Cosa bisogna aspettarsi? Scopriamolo.

Come ormai ben sappiamo, durante il 2023 i tassi di interesse FED e BCE sono stati notevolmente alzati e somo giunti rispettvamente al 5,25/5,50% e al 4,50%. Per il 2024, investitori e analisti sono in attesa di un taglio che, a quanto pare, non è destinato ad arrivare presto.

Cresce l’attesa per la prossima decisione della FED e alla sua vigilia chiaro che difficilmente ci saranno decisioni relative al taglio tassi di interesse.

È anzi probabile che questi ultimi resteranno ancora invariati, come accaduto per quelli della BCE. Chiarito questo, cerchiamo di capire quali siano le opinioni degli esperti sulla situazione dei tassi di interesse.

Il 31 gennaio deciderà la FED, ma quali sono le previsioni sui tassi di interesse?

Secondo l’analista Paolo Zanghieri di Generali Investments, la FED non taglierà i tassi prima di maggio. Infatti, la banca è in attesa di dati certi sulla disinflazione, onde evitare conseguenze potenzialmente dannose per l’economia statunitense.

Le previsioni

Egli ipotizza che il tasso sui FED funs scenderà di 100 punti base quest’anno ed entro la fine del 2025 raggiungerà la stima dell’intervallo neutrale, cioè 2,75-3%.

In merito alla crescita economica degli Stati Uniti, invece, Zanghieri ha aggiornato le previsioni portandole dall’1,5% al 2,1%, una percentuale superiore al consensus. Infatti, il 2023 si sarebbe concluso con una domanda più forte del previsto e che si ripercuoterà nel primo trimestre del 2024.

Cosa dicono gli esperti di Pictet AM sulla riunione di domani

Quindi, il 31 gennaio deciderà la FED, ma per ora non dobbiamo aspettarci novità in proposito alla situazione dei tassi di interesse.

Tuttavia, secondo Pictet AM, la Banca centrale americana potrebbe annunciare una riduzione del QT (Quantitative Tightening), uno strumento di politica monetaria adottato per ridurre la quantità di liquidità o offerta di moneta e che causa la riduzione dei prezzi delle attività e l’aumento dei tassi di interesse.

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