I 3 movimenti sul conto corrente che attirano l’attenzione del Fisco

Fisco

L’Agenzia delle Entrate può controllare ogni singolo movimento su ogni conto corrente, ma non lo fa perché non tutti i movimenti destano sospetti. In particolare questi sono i 3 movimenti sul conto corrente che attirano l’attenzione del Fisco.

A volte i piccoli imprenditori e piccoli professionisti sono i più tartassati dal Fisco. Basta un movimento, un’entrata che sia difficile da giustificare e sono piovute multe molto pesanti.

Il bonifico o versamento in entrata

Tutto quello che entra sul conto corrente deve essere giustificato. Se è reddito da lavoro serve una fattura. Se entra all’improvviso una grossa cifra dobbiamo aver venduto un immobile o aver ereditato. Se il contribuente non può giustificare quell’entrata con documenti alla mano scatta l’accertamento fiscale formale.

Quando si riceve un bonifico si possono fare due cose. Si può dichiarare la somma nella dichiarazione dei redditi in modo da renderla nota al Fisco e pagare le relative tasse. Oppure si può consultare il commercialista per valutare se quella somma possa essere esente dalle tasse secondo il DPR 600 del 1973, art. 23.

I 3 movimenti sul conto corrente che attirano l’attenzione del Fisco

I bonifici tra marito e moglie

Se uno dei coniugi non lavora e non ha reddito, ma ha un conto corrente ben fornito l’Agenzia delle Entrate può supporre che uno dei coniugi abbia entrate da lavoro nero e le nasconda sul conto dell’altro. Il Fisco esegue moltissimi controlli sui movimenti di denaro tra coniugi.

I bonifici periodici

Se un soggetto riceve sempre la stessa somma con periodicità costante da parte dello stesso soggetto l’Agenzia delle Entrate penserà ad un rapporto di lavoro al nero. Può anche trattarsi del datore di lavoro che retribuisce in modo formale il dipendente solo per una parte delle ore di lavoro che svolge. Le restanti ore, invece, vengono retribuite versando il corrispettivo in nero.

Non è l’importo che fa la differenza

Non esiste un importo al di sotto del quale i controlli siano sicuramente evitati. Quello che insospettisce il Fisco non è la somma versata, ma l’assenza di un giustificativo formale.

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