Galateo del pesce d’aprile al tempo della pandemia

primo aprile

Mai esagerare quando si scherza, soprattutto il primo aprile. Un giorno in cui come di consuetudine si fanno e ci si aspettano scherzetti più o meno dispettosi.

Quest’anno, rispettare l’usanza di origine pagana è ancora più difficile perché di sorprese ne abbiamo anche troppe, visto che abbiamo a che fare con il coronavirus. Ecco, dunque, quali sono le regole del galateo del pesce d’aprile al tempo della pandemia, suggerite dagli Esperti di Cultura e Società di ProiezionidiBorsa.

Niente scherzi che procurano danni economici

Il reddito delle famiglie è sceso e molti capifamiglia sono in Cassa Integrazione. Niente scherzi che riguardano multe, pagamenti, pignoramenti o fermi amministrativi.

Però se il vicino di casa ci apre sistematicamente la casella della posta e ci ruba raccomandate, multe e pacchetti, sfoghiamoci. Prepariamo un plico, con tanto di francobolli. Contenente un pesce morto, magari ridotto solo alla lisca e accompagnato da un biglietto ironico. Lasciamolo in bella posta sopra la nostra casella. Magari è la volta buona che la smette.

Non offendere la sensibilità delle persone care

No ai messaggini di paternità o maternità non volute. Niente telefonate scherzose a qualcuno di cui non sappiamo le attuali condizioni di salute, potrebbe essere in quarantena.

Basta con il sale nel caffè o il brodo al posto dell’acqua. Se vogliamo fare uno scherzo simpatico alla nonna che stravede per un piccolino, bisogna chiamarla a gran voce mentre si trova in un’altra stanza, (corri gli è caduta addosso… gli è caduta addosso…). Già gli è caduta addosso la nutella, sul visetto e sulle mani. Alla moglie, invece, portiamo a casa una “bufala dimagrante”, pesce d’aprile di una nota catena di gastronomia.

Galateo del pesce d’aprile al tempo della pandemia

Ai figli che ci appendono pesci di carta sulla schiena, in borsa e in auto, raccontiamo di un annuncio solenne della BBC nel 1957. Che gli svizzeri del Canton Ticino stavano raccogliendo “gli spaghetti dagli alberi”.

A quelli più grandi che li mandano via WhatsApp, proponiamo di vedere insieme un film: dove un killer elimina la moglie di uno che ha un figlio disabile. Che a un certo punto della storia il figlio viene rapito. E che il padre lo cerca in mezzo mondo, con l’aiuto di una tizia mentalmente instabile. Alle proteste, dare il titolo: “Alla ricerca di Nemo”.

In ufficio

Per chi lavora in presenza, è la giornata in cui si trovano ragni di plastica nei documenti pinzati, mentre si è in videoconferenza. Oggi si consumano chilometri di nastro adesivo in tutto il mondo. Che viene appiccicato sotto ai mouse.

Nell’ora di pausa qualcuno lancerà la finta challenge dei 150 Pokemon, un ottimo scherzo firmato Google, del 2014. Per replicare a queste burle, si può dire ai colleghi di aver trovato le loro vere misure sulla famosa app di incontri che lo fa biometricamente.

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