Fino a quale somma i soldi in banca sono al sicuro?

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I soldi che il risparmiatore italiano custodisce in banca dovrebbero essere al sicuro, ma esiste una somma oltre cui si rischiano perdite? Basterà leggere queste poche righe per capire come mai da più parti consigliano di tenere pochi soldi sul conto corrente. A cosa deve fare attenzione il titolare di un conto e quali circostanze sfavorevoli potrebbe evitare? E soprattutto quale la sorte dei soldi in deposito qualora la banca dovesse andare incontro al fallimento?

Anche i gruppi bancari più solidi non sono in grado di offrire garanzie assolute ai correntisti. Conviene dunque sapere fino a quale somma i soldi in banca sono  al sicuro e se esistono strategie utili alla tutela del patrimonio. Ciò perché risulta doveroso rassicurare i piccoli risparmiatori che magari temono gli assalti di un’eventuale tassa patrimoniale che intaccherebbe le somme di denaro in deposito. Lo spettro di un prelievo forzoso che si aggira attorno ai conti correnti dei contribuenti italiani incute preoccupazione e potrebbe determinare un senso di impotenza.

A rassicurare i titolari di conto corrente interviene tuttavia una serie di norme di tutela bancaria sia europea che italiana. Nell’eventualità di una crisi bancaria i soldi dei risparmiatori sono al sicuro nella misura in cui non oltrepassano il limite di 100mila euro. Analizziamo la normativa vigente relativa alle modalità con cui gli istituti di credito devono provvedere alle operazioni di gestione e risanamento di eventuali dissesti.

Fino a quale somma i soldi in banca sono al sicuro?

L’intestatario di un conto può dirsi al riparo dal rischio di perdite nella misura in cui il patrimonio di cui dispone si attesta al di sotto dei 100.000 euro. Si tenga conto inoltre, sempre al fine di garantire i risparmi , che per i conti cointestati la soglia sale a 200.000 euro. Si suggerisce pertanto in presenza di più intestatari di non depositare liquidità oltre il limite indicato.

Quanto detto trova conferma nei decreti legislativi n. 180-181 del 16 novembre 2015 con cui il Consiglio dei Ministri ha recepito la Direttiva UE n. 2014/59. La Direttiva 2014/59/UE, anche nota come direttiva “BRRD”, disciplina le procedure che gli istituti di credito devono seguire per risanare e risolvere situazioni di crisi. Ne consegue che i decreti legislativi n. 180-181 contengono l’attuazione della normativa prescritta dalla delegazione europea.

Nello specifico, l’articolo 22 del D.L. n. 180  in merito alle regole per la risoluzione recita che “i depositi protetti non subiscono perdite”. E altrettanto al riparo da incursioni e decurtazioni sono i risparmiatori la cui liquidità non supera il suddetto limite dei 100.000 euro.

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