Ecco quanto rendono 30.000 euro sul conto deposito invece di tenere fermi i soldi sul libretto postale o il conto in banca 

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Con l’inflazione alle stelle è divenuto un lusso detenere soldi liquidi. Un discorso che vale tanto per i cuscinetti di contante sotto il materasso quanto per le giacenze sul conto. Se i risparmi vanno valorizzati sempre, oggi il monito lo vale ancor di più. Oltretutto vanno limate le perdite derivanti da tasse, commissioni e inflazione. Fermo restando che alcuni impieghi si rivelano una fonte di entrate regolari che aiutano la famiglia a sostenere alcune spese annue.

Consideriamo ora alcune soluzioni riguardanti il reddito fisso come il conto deposito (CD). Premesso che i rendimenti variano a seconda di più elementi, ecco quanto rendono 30.000 euro sul conto deposito.

Gli interessi variano principalmente in base a 3 elementi

Come anticipato i guadagni dipendono da diversi fattori, variamente combinati. Una prima, sostanziale differenza la fa la tipologia di prodotto: libero o vincolato? La prima opzione lascia le mani libere al cliente di disporre dei risparmi, in cambio di minori rendimenti. L’esatto contrario succede invece per i prodotti a vincolo.

Un altro ingrediente essenziale è il tempo, al crescere del quale salgono anche i guadagni. Tuttavia, gli esperti consigliano di concepire i CD nell’ottica del parcheggio (della liquidità) di breve termine. Cioè non ha senso impegnare i risparmi su certi orizzonti temporali solo per spuntare una frazione di punto percentuale in più.

Altrettanto allettanti possono essere le promozioni dei tassi a tempo e/o verso la nuova clientela e/o la nuova liquidità. Infine non va dimenticato il peso dei costi, in primis l’imposta di bollo. Sul mercato non mancano intermediari che si fanno carico del loro assolvimento al posto del cliente.

In definitiva il risultato finale può variare anche di tanto in base alla combinazione di uno o più di questi elementi.

Ecco quanto rendono 30.000 euro sul conto deposito invece di tenere fermi i soldi sul libretto postale o il conto in banca

Per i nostri Lettori abbiamo fatto una ricerca in rete per vedere cosa offre di meglio il mercato in tema di CD. Abbiamo considerato tutte le opzioni disponibili, dal libero al vincolato, dal breve al medio termine.

Sulla durata di un anno abbiamo notato il CD di una banca di credito cooperativo che offre l’1,50% annuo lordo. Si tratta di un prodotto a vincolo con imposta di bollo a carico del cliente (ricordiamo che è pari al 2X1.000 del capitale depositato).

A seguire abbiamo raddoppiato il tempo dell’investimento (24 mesi) e considerato il prodotto libero e semi-libero. I rendimenti calano molto soprattutto sul primo tipo di CD, che oscillano intorno allo 0,50% annuo lordo. Il tasso medio raddoppia con il conto semi-libero, le cui somme sono disponibili dopo 32 giorni dalla richiesta. Una proposta che abbiamo incontrato prevede un tasso promozionale dell’1,25% lordo su base annua fino a tutto il 2022, poi l’1% su base annua. Stessi tempi promozionali per l’imposta di bollo, a carico della banca per il solo 2022.

Infine sulla media durata abbiamo notato il prodotto di una banca specializzata nei finanziamenti per l’acquisto di beni strumentali. In questo caso si tratta di un CD a vincolo della durata di 4 anni e con 8 tassi d’interesse differenti, uno per ciascun semestre. Una formula del tipo step-up, insomma, che parte dallo 0,30% del 1° semestre per arrivare al 3,00% dell’8° e ultimo semestre.

Approfondimento

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