Quanto rendono 5.000 euro sul conto deposito o sul BTP a 3 e 5 anni

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Da inizio anno una serie di fattori sta portando al rialzo dei rendimenti sul reddito fisso. Tutto è iniziato con l’inflazione, che a giugno si è portata a livelli che non si vedevano da decenni. Poi è arrivata la guerra, il cambio di politica monetaria della BCE, infine la recente crisi di Governo.

Pertanto quando sale il rischio il mercato pretende, giustamente, dei rendimenti maggiori per investire i propri capitali. Premesso ciò, ecco quanto rendono 5.000 euro sul conto deposito vincolato o sul BTP a parità di durata.

Cosa spinge i risparmiatori a scegliere il reddito fisso

Tra gli strumenti del reddito fisso troviamo principalmente i titoli di Stato, i buoni fruttiferi e i conti deposito (CD). Si tratta di soluzioni di investimento molto graditi dai risparmiatori restii al concetto di rischio.

A seconda del prodotto di turno, infatti, il risparmiatore ha modo di investire sulla base di tutta una serie di certezze. Ad esempio quella del capitale finale, la presenza di un interesse fisso e/o crescente, la durata dell’investimento. Ovviamente questi prodotti differiscono su diversi dettagli tecnici, che a volte fanno tanta differenza per un dato risparmiatore.

Ad esempio vi sono prodotti che distribuiscono guadagni periodici, come nel caso dei BTP. Più spesso, invece, il guadagno è riconosciuto solo a scadenza, insieme al rimborso del capitale (come avviene per i buoni e i CD).

Infine ci possono essere anche ragioni di natura fiscale alla base di una certa soluzione di investimento. Ad esempio gli strumenti emessi dallo Stato non prevedono imposta di successione e prevedono una fiscalità agevolata al 12,50%.

Quanto rendono 5.000 euro sul conto deposito o sul BTP a 3 e 5 anni

Il cambio di scenario del 2022 ha portato gli emittenti a rivedere, spesso al rialzo, i rendimenti offerti alla clientela. Ad esempio dal 6 luglio Cassa Depositi e Prestiti ha innalzato gli interessi sui buoni fruttiferi postali.

La dinamica è stata più o meno la stessa anche sui titoli di Stato e i CD, anche se in tempi, modi e forme differenti. Del resto si tratta di strumenti di investimento emessi da intermediari differenti.

Prendendo a riferimento una media durata, vediamo quanto rendono BTP e CD vincolati a 3 o 5 anni.

Ad esempio il BTP emesso il 20 aprile 2020 (ISIN IT0005408502) e con scadenza al 1° luglio 2025 ha una cedola lorda dell’1,85% e prezza circa 98,47 centesimi. In sostanza il rendimento odierno è più alto di quello offerto in emissione.

Passando al CD di pari durata, incontriamo ad esempio il prodotto a vincolo di Banca Aidexa che offre un tasso annuo lordo del 3%.

Anche sulla nostra durata più lunga, ossia i 60 mesi, i rendimenti sono di tutto rispetto. Mettiamo a confronto il BTP con ISIN IT0005274805 con scadenza al 1° agosto 2027 con un CD pari durata. La cedola lorda del BTP è del 2,05% mentre il rendimento effettivo netto annuo sfiora il 2,5%. Il Bond scambia infatti a circa 96,32 centesimi. Quanto al CD, invece, tra le varie proposte presenti sul mercato citiamo quella di Cherry Bank, che offre il 3,20% lordo.

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