Ecco quando anche il dipendente pubblico può prendere la NASPI e quando invece per gli statali l’INPS non paga niente

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In genere il lavoro in Italia si differenza tra pubblico e privato. Chi si trova nel privato è alle dipendenze di aziende, imprese e datori di lavoro che nulla hanno a che fare con lo Stato. Nel contenitore del lavoro privato rientrano anche i lavoratori autonomi. Nel cosiddetto pubblico impiego invece rientrano tutti quei lavoratori assunti direttamente dallo Stato o dagli enti che fanno riferimento a quello centrale. Si tratta di due settori abbastanza diversi tra loro, anche dal punto di vista delle tutele. Anche se ultimamente tutte le casse di lavoratori statali stanno confluendo nell’INPS (come da decenni ha fatto l’INPDAD), alcune indennità che l’Istituto previdenziale eroga ai lavoratori dipendenti, non finiscono nelle tasche dei lavoratori statali.

Ecco quando anche il dipendente pubblico può prendere la NASPI e quando invece per gli statali l’INPS non paga niente

Un credo comune sostiene che il lavoro pubblico sia più sicuro di quello privato. E probabilmente è un credo che alle sue giuste argomentazioni. Lo dimostra anche il fatto che per il lavoro statale la NASPI, cioè l’indennità per disoccupati involontari dell’INPS, spesso non è spettante. I dipendenti pubblici infatti non rientrano nel perimetro dell’indennità di disoccupazione dell’INPS. Può sembrare una mancanza di tutela che stride con i privilegi che molti considerano per gli statali. Invece alla base di questo c’è proprio il fatto che difficilmente un lavoratore statale può essere licenziato. Un ente pubblico, lo Stato, le agenzie fiscali, le Forze dell’Ordine e così via, difficilmente possono fallire come invece falliscono piccole e medie imprese o anche grandi realtà imprenditoriali. Proprio per questo nasce la differenza di tutela in materia di NASPI.

Alcuni statali possono prendere la disoccupazione INPS

Un altro fattore determinante di questa differenza tra lavoro pubblico e lavoro privato riguarda le modalità di finanziamento della NASPI. La disoccupazione dell’INPS infatti viene alimentata da versamenti che il datore di lavoro fa trattenendo soldi al lavoratore dipendente durante i mesi di retribuzione. In pratica sono datore di lavoro e lavoratore a finanziare la NASPI che poi il disoccupato andrà a percepire nel momento in cui perde il lavoro. Nel lavoro statale invece non esistono queste trattenute.

C’è però una particolare categoria di lavoratori pubblici a cui la normativa vigente concede di prendere il sussidio di disoccupazione dall’INPS. Infatti i lavoratori precari del settore pubblico, godono dello stesso diritto dei lavoratori privati. In altri termini chi non ha un contratto effettivo con lo Stato ma invece ha un contratto a tempo determinato, alla scadenza di tale contratto può lo stesso percepire la NASPI alla stregua di un lavoratore di un’azienda privata. E può farlo anche se il contratto a tempo determinato viene interrotto prima per licenziamento. Pertanto ecco quando anche il dipendente pubblico ha diritto alla disoccupazione.

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