È legittimo il divieto di cumulo imposto dalla pensione Quota 100?

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Come ormai tutti ben sappiamo la pensione con la Quota 100 impone un limite che, in alcuni casi, può essere anche pesante. Ovvero il divieto di cumulare redditi da lavoro con quelli da pensione con l’esclusione di quelli derivanti dal lavoro autonomo occasionale nel limite dei 5.000 euro l’anno. Si è posta l’eventuale incostituzionalità di questa norma ed è stata chiamata a rispondere la Corte Costituzionale. È legittimo il divieto di cumulo imposto a chi si pensiona con questa misura?

Il divieto imposto ai pensionati

Il Decreto 4/2019 che ha introdotto la pensione con la Quota 100 impone il diritto di cumulo dei redditi da lavoro con quelli da pensione. Divieto che è stato esteso anche a chi si pensiona utilizzando la Quota 102.  L’unica eccezione è rappresentata dal lavoro autonomo occasionale ma solo nel limite di 5.000 euro l’anno.

Per chi non rispetta questo divieto è prevista la sospensione del trattamento pensionistico per tutto l’anno solare di riferimento. E l’eventuale restituzione della pensione già percepita nei mesi precedenti dello stesso anno solare.

Un limite che in alcuni casi pesa

Anche se nella maggior parte dei casi chi sceglie il pensionamento non ha intenzione di continuare a lavorare, può capitare l’eccezione. Può esserci bisogno di integrare i redditi familiari, ci può essere l’esigenza di accettare un nuovo lavoro che interessa. Ma possono presentarsi anche occasioni irripetibili.

Solo per citare alcuni esempi chi è in pensione Quota 100 non può neanche pubblicare un libro e ricevere gli eventuali compensi derivanti dal diritto d’autore. Cose, che, magari, al momento di pensionarsi non si valutano e non si mettono in conto. Che poi pesano come un macigno.

È legittimo il divieto di cumulo dei redditi da lavoro con quelli da pensione?

La Corte Costituzionale afferma che non vi è nulla di illegittimo. Il divieto, è spiegato, è giustificato dal fatto che chi sceglie la Quota 100 approfitta di una agevolazione nell’uscita dal mondo del lavoro che è a spese dello Stato. E questo rappresenta una contraddizione con il voler continuare a lavorare.

I Giudici spiegano anche perché il lavoro autonomo occasionale entro i 5.000 euro è consentito e lo stesso non è permesso per il lavoro subordinato. Con il lavoro autonomo occasionale, infatti, non essendo richiesta neanche la Partita IVA, non vi è obbligo del versamento contributivo. Con il lavoro subordinato, invece, i contributi sono sempre dovuti. Pertanto la Corte Costituzionale giudica perfettamente legittimo quanto previsto dal decreto 4/2019 nella parte in cui vieta il cumulo dei redditi.

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