Cos’è il chip shortage e come sta mettendo in ginocchio il settore dell’automotive

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In questi mesi è in atto una crisi di cui pochi parlano, ma che potrebbe mettere in gravissima difficoltà uno dei settori trainanti l’economia mondiale. I grandi colossi automobilistici, infatti, sono preoccupatissimi. Il fenomeno del chip shortage potrebbe metterli in ginocchio molto presto. Ma cosa si intende per chip shortage? Letteralmente non è altro che la carenza di chip di silicio. In un mondo all’avanguardia come l’attuale, in pratica, la domanda di questo elemento supera di molto l’offerta, provocando una crisi di mercato. Se pensiamo a quanti oggetti di utilizzo quotidiano necessitano di questo componente, è facilmente intuibile capire il problema a cui siamo di fronte.

Il settore che sta risentendo di più di questa crisi è quello dell’automotive. La causa principale, nemmeno a dirlo, è il Covid 19 che ha di fatto bloccato la produzione, a causa dei diversi lockdown mondiali. Le scorte si sono esaurite velocemente e la ripresa del mercato, al termine del 2020, dopo la grande contrazione iniziale, ha fatto il resto. Sembra incredibile, ma il boom dello smart working e il conseguente incremento della vendita di computer e dispositivi elettronici ha trovato impreparate molte imprese.

Cos’è il chip shortage e come sta mettendo in ginocchio il settore dell’automotive

Il settore della componentistica elettronica ha vissuto, nello stesso momento, altre due situazioni inaspettate. La prima è la grave crisi di siccità che ha colpito Taiwan, uno dei poli mondiali di lavorazione del silicio. Questa richiede abbondante uso di acqua per pulire le fabbriche, la carenza di piogge ha di fatto bloccato la produzione. In più, la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, uno dei disastri lasciati dalla presidenza Trump, ha sensibilmente ridotto il mercato di silicio disponibile. La pandemia ha dato il colpo di grazia alla delicata situazione, che rischia di perpetrarsi fino a metà 2022.

Il settore dell’automotive sta già risentendo da mesi di questa problematica. Stellantis, terzo colosso mondiale per la costruzione di autoveicoli, ha bloccato le produzioni in diversi stabilimenti, proprio per la mancanza dei chip. Essi sono fondamentali per il funzionamento di impianto luci, airbag, servosterzo, oltre che della centralina elettronica. Dopo la ripresa di fine 2020, quindi, c’è il rischio di una nuova crisi del settore. Naturalmente, a cascata, coinvolgerebbe anche tutte le aziende collaterali impegnate nello sviluppo della componentistica.

Non solo. Dopo aver spiegato cos’è il chip shortage e come sta mettendo in ginocchio il settore dell’automotive, un altro comparto produttivo è molto preoccupato. Si tratta delle grandi multinazionali che producono dispositivi telefonici e computer. Samsung e Apple, fino a oggi, hanno attutito l’impatto di questa crisi, ma non sanno fino a quando potranno resistere. Le loro riserve hanno contenuto i danni, ma sono pronti al peggio, soprattutto perché temono una forte concorrenza dall’automotive con l’inizio del 2022. Il ritorno alla normalità post pandemia e la creazione di nuove Silicon Valley in giro per il mondo sono auspicati da tutti gli esperti del settore. Per il momento, però, si cerca di gestire l’emergenza cercando di limitare al minimo i danni.

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