Cosa rischio a nascondere il conto corrente al mio coniuge?

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Cosa rischio a nascondere il conto corrente al mio coniuge? È un reato bello e buono avere una simile condotta? E soprattutto cosa rischio a nascondere il conto corrente al mio coniuge? Non sono pochi e rari infatti i casi in cui uno dei due coniugi pensa di nascondere parte dei propri risparmi all’atro.

Le motivazioni

Tre su tutte le motivazioni principali che possono condurre a una simile “scelta”. Può essere il caso della moglie casalinga che in questo modo realizza un “gruzzoletto previdenziale” contro il rischio di un’eventuale separazione. Oppure il caso di chi, all’interno della coppia, guadagna decisamente più dell’altro e non intende destinare tutte le risorse al menage familiare. O comunque far passare agli occhi del coniuge un minor flusso reddituale o altrimenti tenerseli per spenderli per fatti propri. Vediamo quindi se tutto ciò sia lecito o meno e di capire cosa rischio a nascondere il conto corrente al mio coniuge.

Conto corrente cointestato o no

Se il c/c è cointestato, la “proprietà” sullo stesso  vige sia durante il menage familiare che dopo in separazione. Fino a quando non decidono sul da farsi. Se il c/c non è cointestato, si scinde il caso di coppia in comunione o separazione dei beni. In quest’ultimo caso, proprietario ne resterà sempre e comunque il suo titolare. Se vige la comunione dei beni, il c/c nascosto all’altro/a è legale o no?

Primo caso: i due sono regolarmente sposati

Per la legge tutto ciò è lecito e legale fino a quando i due sono regolarmente sposati. E questo trova piena applicazione sia al caso in cui marito e moglie abbiano scelto la separazione o la comunione dei beni. Chi ha guadagnato quei soldi, ragione il codice civile, ne è anche il proprietario. Certo, si potrà discutere sull’opportunità (morale e di “fiducia di coppia”) o meno della scelta, ma queste sono faccende private che al codice non interessano.

Seconda casistica: marito e moglie si separano

La faccenda assume tutt’altro dimensione quando invece i due si separano. Questo perché il giudice ha la necessità di farsi un quadro esatto ed esaustivo delle ricchezze di entrambi. E procedere poi a stabilire chi – e per quanto – debba mantenere l‘altro. C’è tuttavia da sottolineare come comunque non sussista “un obbligo alla dichiarazione” di conti correnti occulti. Né di norma il giudice procede a effettuare una simile ricognizione, pur avendone la piena potestà. Morale: anche in questo caso l’eventuale c/c nascosto non è vietato.

Cosa rischio a nascondere il conto corrente al mio coniuge

La situazione è destinata invece ad inasprirsi se gli ex erano in comunione dei beni. Qui infatti occorre dividere tutto ciò “v’era prima”, anche gli eventuali conti correnti occulti. E se il suo titolare non adempie a cosa va incontro? Se l’obbligo alla comunicazione viene imposto dal giudice e lo si víola (nel senso che non si dice la verità), s’incorre in un reato. E, nello specifico, in quello di inottemperanza verso un pubblico ufficiale. Se, infine, il giudice non da alcuna disposizione e del conto se ne ravvisa a posteriori l’esistenza, si potrebbe ad esempio procedere solo alla revisione degli importi di mantenimento. Ma non scatterebbe la fattispecie del reato.

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