Con questi aiuti ai commercianti a fondo perduto si può uscire dalla crisi e rilanciare la propria attività di vendita al dettaglio

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Per il commercio al dettaglio in Italia arriva finalmente la boccata d’ossigeno. Ed arriva, tra l’altro, in concomitanza con la fine, il 31 marzo scorso, dello stato di emergenza legato alla pandemia di Covid 19.

Con l’erogazione a fondo perduto, infatti, arrivano i contributi a favore proprio dei venditori al dettaglio che sono stati maggiormente colpiti dalla pandemia. E questo in forza all’istituzione di un apposito fondo che, per il 2022, poggia su una dotazione finanziaria che è pari a ben 200 milioni di euro.

Si tratta, nello specifico, del Fondo per il rilancio delle attività economiche di commercio al dettaglio che ora è operativo dopo che è arrivato il via libera da parte del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE).

Con questi aiuti ai commercianti a fondo perduto si può uscire dalla crisi e rilanciare la propria attività di vendita al dettaglio

In particolare, i termini per la presentazione delle domande per i ristori si apriranno il prossimo 3 maggio del 2022 per poi chiudersi il giorno 24 dello stesso mese. Con i contributi a fondo perduto che, pur tuttavia, saranno per molti ma non per tutte le imprese operanti nel settore del commercio al dettaglio.

Con questi aiuti ai commercianti a fondo perduto, infatti, l’accesso sarà permesso. Ma a patto che il fatturato 2019 non abbia superato i 2 milioni di euro. Inoltre, rispetto all’anno 2019, il venditore al dettaglio richiedente i ristori deve aver subito nel 2021 una riduzione del volume d’affari non inferiore alla soglia del 30%.

Ecco come saranno ripartiti i fondi per il rilancio delle attività economiche di commercio al dettaglio. Occhio alla riduzione di fatturato

L’ammontare dei contributi a fondo perduto, a favore delle imprese del commercio richiedenti i ristori, sarà calcolato in percentuale. Precisamente, in base alla differenza tra i ricavi medi mensili del 2021. Ed i ricavi medi mensili conseguiti nel 2019. Ovverosia, nell’ultimo anno prima della pandemia di Covid 19.

In base a questa differenza, e comunque nei limiti delle risorse stanziate ed autorizzate dal Ministero dello Sviluppo Economico, sarà riconosciuto il 60% della citata differenza. Ai dettaglianti con un fatturato 2019 non superiore alla soglia dei 400.000 euro. Il 50% della differenza per i ricavi 2019 sopra i 400.000 euro e sotto 1 milione di euro. Ed il 40% della differenza con i ricavi 2019 da 1 milione di euro e fino e non oltre i 2 milioni di euro.

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