Come tenere al sicuro i propri risparmi dai rischi di bail in e prelievo forzoso sui nostri conti correnti, soprattutto ora con la guerra in corso

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L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha fatto scoppiare una guerra in Europa, la prima dopo quella di inizio anni Novanta nell’ex Iugoslavia. Giustamente, molti di noi si sono impauriti, temendo sia per la propria sicurezza fisica, sia per quella finanziaria. Le Borse sono crollate, l’euro si è indebolito e l’oro è schizzato alle stelle. Ad essere state penalizzate maggiormente sono state le azioni bancarie. Segno che i mercati nutrano dubbi sulla capacità degli istituti di credito di reggere alla guerra. A questo punto, la domanda che ci poniamo un po’ tutti è la seguente: come tenere al sicuro i propri risparmi?

Quanto è probabile il rischio bail in?

Il primo rischio che ci viene in mente si chiama “bail in”. Dal 2016, nell’Unione Europea è entrata in vigore la direttiva comunitaria chiamata “Banking Recovery and Resolution Directive” (BRRD). Tale direttiva è stata recepita dal legislatore italiano attraverso i decreti legislativi del 16 novembre 2015 n.180 e 181. Cosa dice in poche parole? Se una banca scricchiola, prima di chiedere aiuto allo Stato deve cercare di salvarsi con i propri mezzi.

Nell’ordine, parteciperanno alle perdite:

  • le azioni;
  • le obbligazioni subordinate;
  •  le obbligazioni senior;
  • qualora ancora non fosse sufficiente, anche i conti correnti sopra i 100.000 euro.

Sotto questa cifra, i conti non possono essere toccati in nessun caso e sono garantiti dal Fondo interbancario di tutela dei depositi (FDIT). E se abbiamo più di 100.000 euro? Esistono vari modi per mettere i soldi al sicuro. Anzitutto, accendere conti correnti in più banche di gruppi diversi, restando sotto i 100.000 euro per ciascuno di essi. Per esempio, se si hanno 150.000 euro, basterebbe depositarne 100.000 presso la banca A e altri 50.000 presso la banca B.

Come tenere al sicuro i propri risparmi dai rischi di bail in e prelievo forzoso sui nostri conti correnti, soprattutto ora con la guerra in corso

Posso anche compiere un’altra operazione, cioè quella di cointestare il conto. Se si hanno 150.000 euro, anziché suddividerli in due conti accesi in altrettante banche, basta accenderne uno intestato a due persone. Pertanto, ciascuno dei due intestatari risulterà in possesso della metà della somma complessiva, vale a dire di 75.000 euro. Restando  sotto la soglia dei 100.000 euro e, quindi, nessun rischio di bail in.

Contro il prelievo forzoso, invece, la tutela del FDIT non vale. I 100.000 euro sono garantiti contro le crisi bancarie, non da un’imposta dello Stato. Qualsiasi Governo può decidere nottetempo di stangare i risparmi liquidi degli italiani senza che questi possano fare nulla. Accadde nel luglio del 1992 sotto l’allora Governo Amato e oggi può accadere di nuovo.

Ragionevole pensare che i conti di importo minore siano eventualmente risparmiati da un prelievo forzoso, ma si tratta più che altro di una speranza e non di una certezza. Certo, se portassimo il denaro all’estero per lo Stato italiano risulterebbe più complicato scovarlo. Ma ormai tra gli Stati gli scambi di informazioni sono all’ordine del giorno per lottare contro l’evasione fiscale, specie all’interno dell’Unione Europea. Peraltro, non dichiarando le giacenze all’estero superiori ai 5.000 euro ci si espone al rischio di una sanzione pecuniaria anche pesante.

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