Come investire 9.000 euro a basso rischio e quanto potrei guadagnare su un orizzonte di 3 o 5 o 7 anni?

Investire a basso rischio-Foto da imagoeconomica

Al ritorno dalle ferie è tempo di sistemare tutte quelle faccende lasciate in sospeso prima della partenza. Tipo quelle riguardanti i soldi “in eccesso” che si vogliono mettere a far fruttare una rendita periodica. Ad esempio, come investire 9.000 euro a basso rischio e quanto potrei guadagnare su un orizzonte di 3 o 5 o 7 anni?

Tuttavia, i ritorni finali non dipendono soltanto dal tempo dell’investimento. Altrettanto determinante si rivelano, ad esempio, tanto il rischio connesso allo strumento quanto quello riguardante l’emittente.

Reddito fisso o capitale di rischio?

Una classica domanda del risparmiatore è: “cosa rende di più”? È un quesito sbagliato nella formulazione perché investire non come scegliere un biglietto della lotteria e quindi tra uno perdente e uno vincente!

In termini molto generali, in finanza ‘rende di più’ il portafoglio costruito in ossequio ad alcuni parametri chiave. Vale a dire:

  • la durata dell’investimento, considerato che al suo aumentare cresce anche il ritorno atteso. Il discorso è valido soprattutto per il capitale di rischio, per cui se si vuol investire per una manciata di mesi è meglio lasciar stare le azioni di Borsa. Di contro sarebbe un peccato ignorarle se si investe per molti anni. Le serie storiche hanno spesso dimostrato il loro essere un’asset class vincente sul lungo termine;
  • la scelta delle asset class in cui investire, appunto. Se si punta solo sul reddito fisso è insensato nutrire speranze di grossi ritorni in tempi brevi. Oggi gli interessi sui bond sono più alti del passato, ma gli emittenti a buon rating di certo non offrono tassi stellari (in senso assoluto) sul breve termine;
  • le spese (tasse e commissioni) dei prodotti in portafoglio, considerato che le mancate uscite sono sempre i primi guadagni certi.

Qual è il segreto del successo?

Come investire 9.000 euro a basso rischio? Andando oltre è altrettanto importante il grado di diversificazione degli strumenti d’investimento prescelti. Un portafoglio solo in azioni espone giocoforza al rischio dell’andamento dei mercati. Parimenti avere solo bond sul dossier titoli espone il suo titolare al rischio tassi, per esempio.

Ancora, un altro criterio per investire con successo è il timing, la scelta del ‘tempo giusto’ (espressione da prendere con le pinze). Come per i frutti della terra, anche per i prodotti finanziari esistono stagioni più azzeccate per l’una o l’altra soluzione.

Acquistare quando i mercati sono tiratissimi e provengono da mesi e mesi di rialzi ininterrotti forse non è il massimo. Meglio sarebbe attendere un forte scossone che tiri giù i prezzi di almeno un 25-35%, per esempio, prima di acquistare in ottica di lungo termine.

Così come non è fantastico investire sul reddito fisso quando i tassi oscillano tra il negativo e il lumicino: è come farsi autogol. Al variare delle politiche monetarie saranno potenziali perdite in doppia cifra (in conto capitale) per chi avrà acquistato con i tassi bassi.

Come investire 9.000 euro a basso rischio e quanto potrei guadagnare su un orizzonte di 3 o 5 o 7 anni?

Concentriamoci ora solo sul reddito fisso e su un orizzonte di medio termine. Ancora, prendiamo il caso di un capitale di 9mila euro, per esempio. Quanto potrebbero rendere oggi?

Su un orizzonte di 3-7 anni i migliori rendimenti medi annui lordi oscillano tra 3,75 e il 4,10% sui titoli di Stato. Sui buoni fruttiferi i tassi offerti sono mediamente inferiori a parità di durata. Tuttavia, rispetto ai bond danno al risparmiatore la certezza del capitale iniziale per tutta la durata dell’investimento (ed entro prescrizione in generale). Una considerazione non di poco conto, specie per chi non è sicurissimo di portare a termine l’investimento.

I migliori conti deposito vincolati tra i 3 e i 5 anni arrivano invece sul 5% lordo annuo. Tuttavia, qui bisogna considerare una maggiore imposizione fiscale (26% contro il 12,50% di buoni e bonds) e la presenza del vincolo, appunto. In genere bisogna attendere la scadenza per il rientro del capitale, ma sul mercato non mancano eccezioni alla regola.

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