Come i titolari di partita IVA possono risparmiare sulle tasse grazie alle detrazioni e alla scelta del regime fiscale

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In Italia i possessori di partita IVA devono far fronte, nella maggioranza dei casi, a una pressione fiscale che è decisamente superiore rispetto a quella dei lavoratori dipendenti. Tra l’IVA da pagare, l’IRPEF e i contributi previdenziali obbligatori. Inoltre, rispetto al lavoratore dipendente, il piccolo imprenditore, il libero professionista e il lavoratore autonomo godono di meno tutele legate all’esercizio della propria attività.

Detto questo, vediamo qual è il regime fiscale migliore per aprire una partita IVA, anche, e soprattutto, al fine di beneficiare di una pressione fiscale più bassa. Il che si traduce nella possibilità di pagare legalmente meno tasse. Inoltre, ricordiamo che l’apertura della partita IVA si può effettuare in proprio, e senza costi, direttamente dal sito Internet dell’Agenzia delle Entrate con accesso tramite le credenziali.  Per esempio, con lo SPID o con la Carta Nazionale dei Servizi (CNS) oppure ancora con la Carta di Identità Elettronica (CIE).

Come i titolari di partita IVA possono risparmiare sulle tasse grazie alle detrazioni ed alla scelta del regime fiscale

Nel dettaglio, il miglior regime fiscale per pagare meno tasse con la partita IVA è al momento il cosiddetto forfettario. Che permette, sul reddito imponibile, di pagare una tassa che è piatta. Ovverosia, si paga un’imposta sostitutiva che è pari al 15%. Quindi, ecco come i titolari di partita IVA possono risparmiare sulle tasse.

Detto questo, per rientrare nel regime fiscale forfettario, tra l’altro, occorre attualmente rispettare, sui compensi e/o sui ricavi annui, il limite dei 65.000 euro. Pur tuttavia, non sempre il regime forfettario è conveniente. Vediamo perché nel dettaglio.

Quando l’adesione al regime fiscale forfettario potrebbe non essere conveniente

Il vantaggio della tassa piatta al 15%, con il regime fiscale forfettario, si paga infatti con alcune limitazioni.  Su tutte, quella relativa all’impossibilità di poter dedurre e di detrarre fiscalmente tutti i costi. Quelli legati proprio all’esercizio dell’attività a partita IVA. Basti pensare che, per la partita IVA con il forfettario, l’unica voce interamente deducibile è rappresentata dai soli contributi previdenziali versati.

Cosa che, invece, è possibile nel regime fiscale ordinario per tutti i costi e per tutte le spese ammissibili. Ovverosia, tutte le spese e tutti i costi ammissibili si possono portare in deduzione o in detrazione fiscale dal proprio reddito imponibile annuo. Anche per questo, nell’aprire la partita IVA, sulla scelta del regime fiscale è sempre consigliabile fruire dell’assistenza, della consulenza e del supporto del proprio commercialista di fiducia.

Approfondimento

Ecco i controlli per capire se è possibile passare al regime forfettario agevolato e IRPEF ridotta

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