Come diventare procuratore sportivo e guadagnare?

Procuratore sportivo

Neanche il tempo di chiudere la stagione agonistica professionistica che è già tempo di trasferimenti degli sportivi da una società a un’altra. Per il mondo del pallone si parla, ad esempio, di calciomercato. Per esso si intende quella finestra temporale concessa dalle Associazioni di categoria (Figc e Coni) per il passaggio degli atleti da un team a un altro. Momento delicato in cui da un lato direttori sportivi e allenatori allestiscono la “forza lavoro” che in teoria dovrebbe garantire gli obiettivi futuri. Dall’altro agenti e atleti di solito cercheranno di ottimizzare le proprie condizioni contrattuali rispetto alla situazione in cui si ritrovano. Con specifico riferimento alla figura dell’”intermediario”, ci chiediamo come diventare procuratore sportivo e guadagnare?

Un lavoro da professionisti a tutti gli effetti

Un punto che va subito fugato è quello per cui non ci si improvvisa nel ruolo. Dal 13 luglio 2019 è stato infatti ufficialmente introdotto e reso obbligatorio l’esame di abilitazione per l’esercizio della professione. Unica eccezione all’esame-concorso è riservata solo a chi abbia conseguito la licenza prima dell’aprile del 2015 e iscritto entro il 13.07.2019.

L’esame-concorso a cui gli aspiranti professionisti si candidano si divide in due parti. Una di esse è curata e gestita direttamente dal Coni e verte sulle tematiche di carattere generale legate allo sport. La seconda passa invece sotto il controllo diretto delle singole federazioni sportive, quindi varia a seconda della disciplina in questione. Per fare degli esempi, avremo la Figc per il calcio, la Fipav per volley, e così via. Solo dopo aver superato entrambe le prove si è abilitati all’iscrizione negli appositi registri. Ossia Registro nazionale degli agenti sportivi tenuto dal Coni e, per i procuratori dei calciatori, nel Registro federale degli agenti sportivi tenuto dalla Figc.

Gli altri requisiti da possedere

Il superamento della doppia prova è sicuramente lo scoglio maggiore per l’approdo all’esercizio della professione. Ma non sono gli unici requisiti richiesti ai candidati. Ad essi, cittadino italiano o di altro Stato membro, si richiede infatti il possesso di almeno un titolo di studio di istruzione secondaria e che goda dei diritti civili. Che non sia stato dichiarato fallito, interdetto o inabilitato e non abbia riportato condanne per delitti non colposi negli ultimi 5 anni. Ancora, che non abbia subito sanzioni disciplinari per illecito, frode sportiva o in materia di doping. Oppure non sia stato inibito in ambito sportivo negli ultimi 3 anni e per un lasso temporale (cumulato) non superiore a 1 anno. Ovviamente, manco a dirlo, occorre essere ogni anno in regola con il pagamento dei diritti di segreteria.

Come diventare procuratore sportivo e guadagnare?

Sicuramente il successo di un procuratore sportivo passa anche per la profonda conoscenza dell’ambiente in cui si intende ‘calcare il campo’. Bisogna essere infatti:

profondo conoscitore di un dato sport e delle sue più intrinseche dinamiche interne di mercato;

conoscere  alla perfezione le norme, giuridiche e contabili, che sono alla base dei contratti dei loro assistiti;

capacità di valorizzare al meglio il proprio assistito.

Dalla combinazione di questi tre ingredienti ne deriveranno i guadagni, che non saranno mai fissi ma variabili a seconda delle procure ottenute. Avere nel proprio portafoglio clienti atleti di notevole spessore o comunque dal grande appeal sul mercato spiana la strada. Ma anche gli sportivi, dal canto loro, sceglieranno i migliori procuratori capaci di “saperli vendere al meglio” sul mercato.

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