Che cosa garantisce il lavoro dipendente e quando invece è preferibile un’attività a partita IVA

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Il posto fisso in Italia è sempre più merce rara, ma è chiaro che avere un posto di lavoro con un contratto a tempo determinato, ancor meglio a tempo indeterminato, garantisce stabilità e serenità per sé stessi e per tutta la famiglia. Rispetto invece ai lavori con meno tutele. Dal collaboratore al lavoratore occasionale, passando per il libero professionista, per il piccolo imprenditore e per il lavoratore autonomo.

Pur tuttavia, ogni forma di lavoro ha i suoi vantaggi e svantaggi che devono essere sempre valutati. Per esempio, chi è un lavoratore dipendente non può prendere un doppio stipendio. Ovverosia, non può avere in essere due contratti di lavoro a tempo pieno e a tempo indeterminato. Mentre, per fare il confronto, un lavoratore a partita IVA può lavorare per più aziende. Vediamo allora di approfondire questi importanti aspetti.

Che cosa garantisce il lavoro dipendente e quando invece è preferibile un’attività a partita IVA

Nel dettaglio, aprire una partita IVA, prima di tutto, significa non dipendere mai da un capo. Non ci sono mai turni di lavoro da rispettare e quindi si gestisce il proprio tempo sempre come si vuole.

Ferie pagate, diritto al riposo, e anche il diritto alla sicurezza e all’integrità fisica. Ecco, invece, che cosa garantisce il lavoro dipendente rispetto alle attività di lavoro autonomo e professionali, che da questo punto di vista godono decisamente di meno tutele.

Per rendere l’idea, il titolare di uno studio di consulenza fiscale non ha le ferie pagate. Lavora e guadagna proprio al fine di poter rimanere chiuso, a proprie spese, per un paio di settimane l’anno. Lo stesso vale per il consulente del lavoro, per il dentista e per l’avvocato.

Perché chi ha la partita IVA può guadagnare molto di più di un dipendente

Il lavoratore dipendente paga le tutele previste dalla Legge con il fatto che il suo guadagno è limitato. Ovverosia, è limitato allo stipendio che percepisce anche se questo di anno in anno tende ad aumentare. Tra la rivalutazione e conseguente adeguamento all’inflazione, passando per eventuali scatti di anzianità e di carriera.

Il lavoratore a partita IVA, invece, può rischiare anche di fatturare zero euro, ma potenzialmente i suoi guadagni sono illimitati. Così come c’è anche da dire che il lavoratore a partita IVA può guadagnare tanto ma sui compensi o sui ricavi è soggetto a una pressione fiscale, che è mediamente più alta rispetto al lavoratore dipendente.

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