Attenzione perché il 97,2% di questi laureati trova facilmente lavoro entro 5 anni dalla laurea

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Dopo la maturità e la pausa estiva, i corsi universitari sono cominciati nei vari Atenei della Penisola. Migliaia di studenti cercheranno, superando un esame per volta, di porre le basi per un futuro professionale. Abbiamo già visto, infatti, che il segreto per avere lavoro, carriera e successo passa da questo percorso scolastico.

Gli anni dello studio riguardano principalmente la formazione teorica. Il grosso della pratica arriverà dopo, quando si abbandonerà la didattica e si passerà all’operatività.

Spesso anche la scelta del percorso di studi può rivelarsi un acceleratore di questo passaggio al mondo del lavoro. È il caso, per esempio, degli studenti di Informatica e tecnologie (ICT), praticamente richiestissimi dalle imprese. Dunque, attenzione perché il 97,2% di questi laureati trova facilmente lavoro entro 5 anni dalla laurea.

L’Indagine di AlmaLaurea

A fare luce sulla situazione di chi ha terminato gli studi, ci ha pensato il XXIII° Rapporto AlmaLaurea. Si tratta di un’indagine che analizza la condizione occupazionale dei neo-dottori e che ha coinvolto 655mila laureati di 76 Atenei differenti.

Lo studio si focalizza sui risultati ottenuti nel mercato del lavoro dai laureati nel 2019, 2017 e 2015, e intervistati, rispettivamente, a 1, 3 e 5 anni dal conseguimento del titolo.

La ricerca conferma che i laureati godono di diversi vantaggi occupazionali rispetto ai diplomati di scuola secondaria di secondo grado, durante l’arco della vita lavorativa.

La classifica delle lauree che agevolano la ricerca del lavoro

Vediamo a questo punto la situazione lavorativa dei laureati magistrali biennali del 2015, e quindi a 5 anni dalla laurea. I tassi di occupazione per gruppo disciplinare sono i seguenti (anno di indagine: 2020; il gruppo giuridico non è riportato):

  • Informatica e tecnologie (ICT) al 97,2%;
  • Ingegneria industriale e dell’informazione al 96,4%;
  • Settore economico al 91,8%;
  • Architettura e ingegneria civile al 91,6%;
  • Settore medico-sanitario all’88%;
  • Settore scientifico all’87,3%;
  • Agrario-forestale e veterinario all’86,7%;
  • Settore psicologico all’84,4%;
  • Scienze motorie e sportive all’82,5%;
  • Linguistico all82,1%;
  • Educazione e formazione al’80,1%;
  • Letterario-umanistico al 77,8%;
  • Arte e design al 76,6%.

Attenzione perché il 97,2% di questi laureati trova facilmente lavoro entro 5 anni dalla laurea

I neo-dottori dei gruppi ICT, ingegneria industriale e dell’informazione, economico e architettura e ingegneria civile si piazzano sopra la media (88,1%). Questo vuol dire che sono maggiori le loro percentuali di successo nella ricerca di un posto di lavoro.

Inoltre, le gratificazioni per questi laureati si avvertono anche in busta paga. La retribuzione mensile netta (nel 2020) dei laureati ICT (a 5 anni dal titolo) è stata calcolata a 1.841 euro, contro una media di 1.552 euro.

In conclusione, studiare conviene, almeno per due valide ragioni. Primo, avere maggiori chances occupazionali. Secondo, spuntare una maggiore retribuzione (per alcuni lavoratori forse arriveranno aumenti di salario nel futuro prossimo). Infatti, stando ai dati OCSE, nel 2018 un laureato ha guadagnato in media il 37% in più rispetto a un diplomato di scuola secondaria di secondo grado.

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