Anticipare la pensione di 3 anni è possibile con in questo modo che non a tutti conviene

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Andare in pensione a 64 anni con soli 20 anni di contributi fa gola a parecchi lavoratori. Stessi contributi richiesti per la pensione di vecchiaia ma con 3 anni di anticipo sulla stessa. Questo grazie ad una misura prevista dalla Legge 335 del 1995, conosciuta anche come Legge Dini. Che è rivolta, però, solo a coloro che hanno tutti i contributi collocati nel sistema contributivo. Ovvero versati a partire dal 1996 o computati nella Gestione Separata INPS.

La misura, oltre a prevedere un calcolo interamente contributivo dell’assegno, richiede anche che lo stesso abbia un importo minimo. Ovvero almeno 2,8 volte l’assegno sociale INPS. Ovvero circa 1.310 euro al mese di pensione per il 2022. Se non si soddisfa questo requisito la pensione sarà erogata, comunque, a 67 anni come misura di vecchiaia. Anticipare la pensione di 3 anni è possibile anche con soli 20 anni di contributi ma non tutti ci riescono.

Il Computo in Gestione Separata non sempre conviene

Questo istituti, in molti casi, può essere molto conveniente visto che apre le porte alle pensioni contributive anche a chi ricade nel sistema misto. E questo significa che permette di centrare la pensione a:

  • 64 anni con soli 20 anni di contributi;
  •  a 71 anni con soli 5 anni di contributi.

Ma attenzione ai requisiti perchè per esercitare il computo in Gestione Separata è necessario:

  • aver maturato almeno 15 anni di contributi totali;
  • aver maturato meno di 18 anni di contributi prima del 1996;
  • possedere contributi prima del 1996;
  • aver versato almeno 5 anni di contributi a partire dal 1996.

Ma si tratta di una scelta che non sempre conviene, soprattutto a chi non ha avuto carriere con retribuzioni molto alte. O a chi ha molti anni di contributi versati prima del 31 dicembre 1995, perchè in quel caso potrebbe perdere i benefici che il calcolo misto garantisce.

Anticipare la pensione di 3 anni è possibile con in questo modo che non a tutti conviene

Ricapitolando, quindi, con il computo in Gestione Separata e con soli 20 anni di contributi è possibile centrare il pensionamento 3 anni prima. A 64 anni con la pensione anticipata contributiva. Ma non sempre, pur esercitando il computo, si riesce ad ottenere questa prestazione. Proprio a causa del requisito dell’importo dell’assegno. Se l’assegno non risulta di almeno 1.310 euro mensili, oltre a perdere la possibilità di pensionamento a 64 anni, si potrebbe danneggiare anche la propria pensione.

Il calcolo contributivo, infatti, nella maggior parte dei casi risulta meno vantaggioso nel determinare l’assegno. Ma c’è anche un’altra variabile che non tutti mettono in conto. La pensione con il sistema misto se di importo molto basso, viene integrata al trattamento minimo e portata a 525 euro. Quella calcolata con il sistema contributivo, invece, no. Con il computo in Gestione Separata, di fatto, si potrebbe perdere anche questo beneficio. Peggiorando il calcolo della pensione spettante.

Di fatto la scelta del computo va soppesata attentamente valutando pro e contro. E, a parti i casi in cui permette il pensionamento a 71 anni, va valutata di volta in volta. Ma in linea generale può convenire solo a chi ha avuto carriere brevi ma con ottime retribuzioni.

Approfondimento

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