Anche il prossimo anno le donne smetteranno prima di lavorare con una scelta da comunicare all’INPS

Opzione donna

La fine dell’anno si presenta ricca di novità non solo per i pensionati che troveranno un incremento del cedolino, ma anche per i futuri pensionati. Erano tanti infatti a chiedersi cosa avrebbe riservato il nuovo Governo in materia di pensioni ed erano tanti i lavoratori e le lavoratrici in attesa. Con il comunicato stampa n.5 del Consiglio dei Ministri del 22 novembre sono state illustrate le misure adottate con il DDL 2023. Infatti il Consiglio dei Ministri ha approvato il DDL recante il bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023. Nonché il bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025 e l’aggiornamento del Documento programmatico di bilancio.

Sono state introdotte misure che tengono conto delle difficoltà di tante famiglie. Ad esempio il Bonus Sociale Bollette che dal 2023 spetterà anche alle famiglie con ISEE fino a 15.000 euro. Tra le misure nel DDL arrivano novità anche in materia di pensioni. Si avvia infatti un nuovo schema di anticipo pensionistico che consentirà di andare in pensione con 41 anni di contributi e 62 d’età anagrafica. Ma vengono anche confermati due importanti trattamenti, ovvero l’Ape sociale e Opzione donna.

Cosa prevede attualmente la normativa

Opzione donna è un trattamento pensionistico calcolato secondo il sistema contributivo. È erogato, su domanda, a favore delle lavoratrici dipendenti e autonome che abbiano maturato i requisiti richiesti entro il 31 dicembre 2021. In particolare possono accedere alla pensione anticipata le lavoratrici che entro il 31 dicembre abbiano maturato un’età contributiva pari o superiore a 35 anni. Nonché un’anzianità anagrafica pari o superiore a 58 anni per le lavoratrici dipendenti e a 59 anni per le autonome. Ai fini del perfezionamento del requisito contributivo, la contribuzione si valuta a qualsiasi titolo versata o accreditata in favore dell’assicurata. Resta ovviamente fermo il perfezionamento del requisito di 35 anni di contribuzione al netto dei periodi di disoccupazione o malattia. Inoltre ai fini del conseguimento della pensione si richiede la cessazione del rapporto di lavoro dipendente, ma non dell’attività svolta come lavoratrice autonoma.

Anche il prossimo anno le donne potranno scegliere Opzione donna

Il Governo Meloni conferma il trattamento pensionistico Opzione donna anche per il 2023 ma con delle modifiche. In particolare cambia il requisito anagrafico per l’accesso a tale trattamento pensionistico. Viene infatti prorogato al 31 dicembre 2022 il termine entro cui una lavoratrice potrà maturare i requisiti. Tuttavia potranno andare in pensione a 58 anni soltanto le donne con almeno due figli, mentre le donne con 1 solo figlio potranno accedere all’età di 59 anni. Infine per le donne senza figli l’accesso ad Opzione donna matura a 60 anni. Rimangono invariate la modalità di calcolo, in quanto l’assegno sarà calcolato sempre mediante il calcolo del sistema contributivo e il requisito contributivo. Pertanto anche il prossimo anno le lavoratrici, se pur con qualche modifica, potranno scegliere questo trattamento pensionistico.

Consigliati per te