Altro che Green Deal: dopo il blackout in Spagna i prezzi dell’energia sono schizzati alle stelle

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La Spagna, il Paese preso ad esempio sulla transizione energetica, sta pagando un caro prezzo; il blackout ha innescato meccanismi di mercato che sfavoriscono famiglie e imprese. Da quando si è verificato, infatti, il prezzo dell’energia è schizzato alle stelle. Significa che, in futuro, accadrà ovunque? La risposta potrebbe essere sì.

Perché in Spagna l’elettricità costa di più anche se è “green”

Il passaggio dall’uso di fonti fossili alla produzione di energia pulita è iniziato ormai da qualche anno, ma le cose non stanno andando troppo bene. Il blackout in Spagna (di cui ancora tra l’altro non si conoscono le cause) ha riacceso i riflettori sulle criticità di un sistema, quello delle energie rinnovabili, su cui c’è ancora molto da lavorare. La mancanza di corrente ha innescato una domanda di emergenza, e come si sa quando c’è domanda i prezzi si alzano. Inoltre nonostante l’isola iberica sia piuttosto avanti a livello infrastrutturale per quanto concerne la produzione di energia green, deve sottostare ad altri meccanismi che regolano i prezzi. Esattamente come in Italia e in Europa, il costo finale viene stabilito dalla somma di oneri che esulano dalla tipologia di materia prima che viene commercializzata. In sostanza, chi credeva che l’ampliamento di pale eoliche o di pannelli fotovoltaici avrebbe abbassato il costo delle bollette dovrà fare i conti con la dura realtà.

Cosa ci insegna il blackout in Spagna

L’evento, di portata immensa, anche se inusuale ha innescato delle criticità a cascata. Mancando energia elettrica sono venuti a mancare i servizi essenziali: comunicazione, trasporti, pagamenti. La società spagnola, insieme a tutte quelle dei Paesi che stanno aderendo alla transizione green, è altamente vulnerabile e le prospettive non sono delle più rosee. Anche perché, nonostante il fallimento plateale delle politiche verdi, la strada è ormai segnata e la direzione già presa. Unica deroga è concessa al settore della difesa e del riarmo, che in sostanza possono produrre/utilizzare mezzi e armi convenzionali, senza che rispettino i criteri green. Qualcosa si è forse incrinato, quindi, nel pensiero comune che l’energia sostenibile fosse la soluzione ai mali ambientali e che le società avrebbero fatto un grande passo avanti, e sicuramente almeno il popolo spagnolo lo ha capito per primo.

Perché in Italia il prezzo dell’energia non scende

Nel mese di maggio, come riportato anche da Il Sole 24 Ore, i prezzi dell’energia sui Mercati hanno visto una tendenza ribassista. Ma si tratta di un dato che da solo non mostra il quadro complesso della realtà del sistema, soprattutto di quello italiano. Nel prezzo finale infatti pesano non solo le oscillazioni dei mercati ma anche oneri e tasse che difficilmente possono essere abbattuti, visto che gli introiti da essi derivanti finiscono su altri ambiti (sociale e ambientale). Anche se l’Italia aumentasse la produzione e la distribuzione di energia proveniente da fonti rinnovabili, andrebbe incontro a scenari simili a quelli avvenuti in Spagna. Dunque, sarà davvero difficile vedere un abbassamento dei prezzi che renda realmente competitivo il Bel Paese.

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