Accumulare oltre 5.000 euro di contributi per la pensione ogni anno versandone meno di 3.000 è possibile usando questo strumento 

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La pensione in Italia, dal punto di vista degli importi è spesso troppo bassa. Questo è un dato di fatto e rappresenta il secondo problema previdenziale italiano dopo quello dei pesanti requisiti per andare in pensione. Misure troppo difficili da prendere e alla fine pensioni troppo basse. Ma ci sono metodi alternativi alla classica previdenza sociale INPS. Si possono destinare somme alla previdenza integrativa, arrivando a risparmiare subito dei soldi sulle tasse, e poi prendendo un assegno pensionistico più dignitoso.

Accumulare oltre 5.000 euro di contributi per la pensione ogni anno versandone meno di 3.000 è possibile usando questo strumento

In Italia alla previdenza sociale obbligatoria si affianca la previdenza integrativa. Un lavoratore può scegliere di destinare ad una forma previdenziale differente i propri soldi per poter prendere a fine carriera, una pensione complementare che si affianca a quella ordinaria dell’INPS. E si possono godere di notevoli vantaggi fiscali, che riducono i soldi da destinare alla pensione complementare non perdendo nessun vantaggio sulla pensione futura. In pratica, una buona parte dei soldi destinati alla previdenza integrativa li pagherebbe lo Stato.

Accumulare più di 5.000 euro all’anno per incrementare la propria pensione ma versandone solo 2.800. Molti non lo sanno, ma è quello che la legge consente. Per chi non si accontenta della pensione INPS, o teme di arrivare a percepirne una troppo bassa per vivere dignitosamente, la via della previdenza integrativa non è da escludere.  Soprattutto perché è più vantaggiosa di quel che si pensa. L’incrocio della previdenza complementare o integrativa, con la tassazione sui redditi, produce un vantaggio che pochi considerano ma che è netto. I soldi versati alla previdenza complementare possono essere scaricati dal reddito. E non parliamo di detrazione ma di deduzione. In pratica, una parte di quanto si versa per accumulare una pensione integrativa, viene tolta dal reddito imponibile su cui si calcola l’IRPEF.

Come funzionano i versamenti integrativi

Accumulare oltre 5.000 euro di contributi per ogni anno di versamento con annessa deduzione fiscale. Un risparmio non indifferente, perché si arriva a 2.221 euro di IRPEF risparmiata. In altri termini, si possono versare poco più di 5.500 euro in un fondo per la previdenza alternativa, accumulando tutti i soldi versati. Ma poi, alla prima dichiarazione dei redditi utile, ecco che si recuperano, deducendoli del reddito imponibile, ben 2.221 euro.

Molto dipende dallo scaglione reddituale. Fatto sta che si tratta di togliere ben 5.164,67 euro di reddito su cui calcolare l’IRPEF da versare. Basti pensare che 5.164,67 euro, per un contribuente con redditi fino a 15.000 ed aliquota al 23%, significa dover versare 1.188 euro di imposta. Che verrebbe già scontata con i prima citati versamenti integrativi. In definitiva, senza particolari tecnicismi, un contribuente può versare in una specie di salvadanaio, 5.167,67 euro all’anno. Ma a conti fatti di tasca propria ne pagherà solo 2.900 euro circa.

Approfondimento

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