A questi pensionati per questo motivo non verrà più data la tredicesima, gli assegni familiari e le maggiorazioni

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Quando si parla di pensioni anticipate non si può non parlare di penalizzazioni. Non c’è misura che consente un anticipo in termini di uscita dal lavoro,  che non preveda allo stesso tempo dei tagli di assegno. Ma ciò che accade con l’APE sociale è ancora più particolare da questo punto di vista. Chi sfrutta l’anticipo della misura è assoggettato a determinate e davvero drastiche riduzioni di pensione.

A questi pensionati per questo motivo non verrà più data la tredicesima, gli assegni familiari e le maggiorazioni

L’APE sociale già di partenza non può certo essere considerata una prestazione previdenziale a tutto tondo. Infatti di strettamente collegato alla previdenza sociale ha solo la contribuzione. Il carattere principale dell’APE sociale è l’assistenzialismo. Infatti anche la platea dei destinatari della misura è composta da soggetti che hanno determinate problematiche. Ci sono quelli che non hanno lavoro, cioè i disoccupati. Poi ci sono gli invalidi o i caregivers che hanno invalidi da assistere. E poi quelli alle prese coi lavori gravosi, attività talmente pesanti che è sconsigliabile la loro permanenza al lavoro per troppo tempo. Quindi, si tratta di una misura non aperta a tutti e soprattutto, che presenta particolarità che pochi conoscono.

I requisiti dell’APE sociale

Dal punto di vista dei requisiti, l’APE sociale è una misura che consente fino a 4 anni di anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia. E il 31 marzo scade la prima delle tre finestre utili per presentare domanda di certificazione del diritto. Si tratta della domanda propedeutica alla successiva domanda di pensione. Occorre chiedere all’Inps di certificare il proprio diritto alla pensione che deve maturare entro la fine del 2022.

La misura infatti ha ricevuto una proroga di un anno con la Legge di Bilancio e scade il prossimo 31 dicembre. L’uscita parte dai 63 anni di età, con 36 anni di contributi per la generalità dei lavori gravosi, 32 anni solo per edili e ceramisti, e 30 anni per tutte le altre categorie di beneficiari. Proprio il montante contributivo da raggiungere è l’unica parte della misura, che ha uno spiccato carattere previdenziale. Per il resto, come vedremo, si tratta di un reddito ponte indirizzato a  determinati soggetti che vengono così accompagnati alla pensione. 

Le particolarità dell’APE sociale che pochi conoscono

In primo luogo va sottolineato che l’APE sociale non viene erogata per sempre. In genere tutte le pensioni collegate a carriere contributive, una volta assegnate, seguono il pensionato fino alla fine della vita. Con l’APE sociale è diverso. La misura scade al compimento dei 67 anni di età. In quel caso occorrerà presentare domanda di pensione di vecchiaia.

Inoltre, essendo una specie di sussidio liquidato dall’INPS in misura pari alla pensione maturata alla data di uscita, questo non può passare dal beneficiario a coniuge ed eredi a causa di prematuro decesso del pensionato. Infatti l’APE sociale non è reversibile. Inoltre per questi pensionati niente tredicesima mensilità, perché è liquidata su 12 mesi. Non può essere superiore a 1.500 euro al mese e se di importo basso, non prevede l’applicazione delle maggiorazioni e nemmeno degli eventuali assegni per il nucleo familiare. 

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